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Unpublished Photo 2022, la giovane fotografia d’arte in mostra a Lugano
Fotografia
Dallo scorso 20 ottobre fino al prossimo 16 aprile sarà possibile visitare “Unpublished Photo 2022”, esposizione temporanea ideata nel 2018 e allestita presso il MUSEC di Lugano. Promossa dalla Fondazione culture e musei e dal MUSEC di Lugano la mostra nasce da uno spunto della Galleria milanese 29 Arts in Progress, che ha ideato un progetto rivolto a giovani fotografi under 36 provenienti da tutto il mondo.
A partire dal 2020 il MUSEC ha voluto consolidare l’iniziativa dandole una cornice istituzionale e una prospettiva di sviluppo a medio-lungo termine, con l’obiettivo di segnalare le principali tendenze internazionali della giovane fotografia d’arte. Un altro importante intento del MUSEC è quello di costituire a Lugano un vero e proprio archivio della fotografia contemporanea, che troverà spazio accanto alla collezione ottocentesca di fotografia dell’esotismo che il museo già possiede.
Unpublished Photo 2022 ha visto la partecipazione di oltre 400 fotografi da 35 Paesi. I protagonisti dell’esposizione temporanea sono quattro giovani talenti selezionati da una giuria internazionale, presieduta dal fotografo tedesco Hans Georg Berger. I quattro portfolio presentati toccano temi attuali come il degrado ambientale, la ricerca di identità e il superamento dei limiti, l’importanza delle tradizioni e dei mestieri. Al termine della mostra, le opere esposte entreranno a far parte delle collezioni del MUSEC, arricchendo così le collezioni fotografiche che contano, a oggi, oltre 40mila opere, dalla metà dell’Ottocento ai giorni nostri. La mostra è accompagnata da un piccolo catalogo bilingue (in italiano e inglese) pubblicato dalle edizioni Fondazione culture e musei. Vi presentiamo i quattro vincitori del premio di Unpublished Photo 2022 e i loro progetti.
Il primo premio è stato vinto da Quan Nguyen Ho. Classe 1986, è nato nella provincia vietnamita di Ha Tinh, lavora come ingegnere edile e vive e lavora ad Hanoi. Inizia a fotografare nel 2016 per documentare i suoi viaggi ma ben presto il suo collezionare ricordi diventa una vera e propria passione. Negli anni, la sua profonda e spiccata sensibilità verso la questione ambientale lo porta ad avvicinarsi a una certa poetica fotografica che possa scuotere l’opinione pubblica su temi attuali. “Life garbage” è un progetto realizzato fra il 2021 e il 2022. Documenta la tragica realtà di alcune discariche a cielo aperto nei sobborghi di Hanoi, dove si accumulano rifiuti tossici e maleodoranti che, paradossalmente, rappresentano una fonte di sostentamento per persone e animali.
Il secondo premio è stato vinto da Dipak Ray. Nato a Calcutta nel 1985, il giovane fotografo attualmente insegna in una scuola governativa. La fotografia è la sua più grande passione sin dal liceo, quando riceve in regalo la sua prima fotocamera a pellicola. Nel 2010 acquista una Nikon D7000 e inizia un percorso di ricerca e sperimentazione nel mondo della fotografia digitale. Il suo progetto “Frame within frame” è un sogno che si realizza dopo essere stato coltivato per lungo tempo. Il portfolio è stato riunuto fra il 2019 e il 2020, lungo il Kangsabati, un fiume nel Bengala occidentale spesso in secca, che si alimenta principalmente di acqua piovana. In inverno le sue sponde sono avvolte dalla nebbia, come lo sono le cornici di legno che Ray posiziona nell’acqua e intorno alle quali fa muovere il fratello. Il risultato sono immagini suggestive e ricche di significati.
Il terzo premio è stato conquistato da Tolojanahary Ranaivosoa. Il fotografo, nasce nel 1987 ad Antananarivo, Capitale del Madagascar. Studia da geografo e si avvicina alla fotografia da autodidatta nel 2011, perfezionandosi poi con workshop e corsi di formazione. Si interessa a documentare momenti di vita quotidiana, catturandone aspetti curiosi, tragici o esilaranti. Nel 2014 inizia a ritrarre le strade della sua città e, un po’ alla volta, nota la presenza frequente nei suoi scatti di una o più taniche gialle per l’acqua. Nel 2019, la popolazione della Capitale protesta contro la società idrica statale, colpevole di non garantire un adeguato approvvigionamento d’acqua. Ranaivosoa inizia allora a fotografare diversi quartieri del centro per denunciarne il degrado e testimoniare lo stato di disagio sociale. Nasce così il progetto “The Yellow revolution”, dove il fotografo mostra quanto la vita nella capitale dell’isola ruoti attorno alle taniche gialle, segno sia della scarsità dell’acqua sia del grande divario tra i ceti sociali.
Il quarto premio è stato vinto dalla fotografa Olga Dmitrienko. Nata a Mosca, studia alla facoltà di giornalismo, specializzandosi in mass media design. Olga inizia a fotografare durante gli studi e capisce ben presto che ad interessarla è l’essere umano e ama fissare i volti delle persone che la colpiscono. Conclusa l’università, scopre l’Italia e trova in Genova una città a misura d’uomo, capace di esprimere gesti cordiali e un senso del tempo che la frenesia della nostra società tende a dimenticare o a rubare. Nasce allora il progetto “Artigiani e artisti genovesi”, interrotto dalla pandemia ma che la fotografa conta riprendere presto. I protagonisti sono professionisti ritratti nelle loro botteghe o abitazioni. Attraverso tali immagini, racconta una città che resta tenacemente attaccata a una memoria da custodire, affezionata alle preziose tradizioni e ai mestieri sapienti tramandati di generazione in generazione. Oltre a catturare l’intimità e l’essenza di artisti e artigiani, la fotografa è affascinata da ciò che le loro mani sono capaci di realizzare e dalla maestria del gesto, conquistato dopo anni di studio e di lavoro. È un ritratto che va oltre la fotografia, diventando uno spazio narrativo che non si esaurisce nello scatto. Dietro a quei volti, a quelle mani e quei manufatti, ci sono la storia, la ricchezza dei saperi e il valore della tradizione.