“Non sono più sicuro, una volta lo ero, che si possa migliorare il mondo con una fotografia. Rimango convinto, però, del fatto che le cattive fotografie lo peggiorano”
Gli scatti di Ferdinando Scianna (Bagheria, PA, 1943), una delle figure di riferimento della fotografia contemporanea internazionale, sono in mostra alla Casa dei Tre Oci di Venezia. L’antologica “Ferdinando Scianna. Viaggio, racconto, memoria”, prorogata fino al 16 febbraio 2020 e curata da Denis Curti, Paola Bergna e Alberto Bianda, ripercorre oltre 50 anni di carriera del fotografo siciliano attraverso 180 opere in bianco e nero, divise nei tre grandi temi suggeriti dal titolo dell’esposizione: Viaggio, Racconto, Memoria.
Oltre 50 anni di narrazioni, da Bagheria alle Ande boliviane, dalle feste religiose all’esperienza nel mondo della moda: quello di Scianna è un lungo percorso artistico che si snoda attraverso varie tematiche, l’attualità , la guerra, il viaggio, la religiosità popolare.
Poi ci sono i reportage (Scianna è il primo italiano a far parte, dal 1982, dell’agenzia fotogiornalistica Magnum), i paesaggi, i ritratti dei suoi amici, maestri del mondo dell’arte e della cultura come Leonardo Sciascia, Henri Cartier-Bresson e Jorge Louis Borges, tra gli altri.
“Come fotografo – ha affermato lo stesso Scianna, parlando del suo lavoro – mi considero un reporter. Come reporter il mio riferimento fondamentale è quello del mio maestro per eccellenza, Henri Cartier-Bresson, per il quale il fotografo deve ambire ad essere un testimone invisibile, che mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta. Ho sempre fatto una distinzione netta tra le immagini trovate e quelle costruite. Ho sempre considerato di appartenere al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio. Persino le fotografie di moda le ho sempre trovate nell’azzardo degli incontri con il mondo”.
Proprio il mondo della moda riguardano alcuni scatti esposti per l’occasione, che il fotografo siciliano ha scattato tra le calli e i campi della città . Dopo la mostra del 2016 sui 500 anni del Ghetto ebraico la mostra consolida il forte legame esistente tra Ferdinando Scianna e Venezia.
Accompagna la mostra un catalogo Marsilio Editori.
Ferdinando Scianna, la biografia
Ferdinando Scianna è nato a Bagheria, in Sicilia, nel 1943.
Proprio nella sua cittĂ inizia a dedicarsi alla fotografia ancora giovanissimo, agli inizi degli
anni Sessanta, raccontando per immagini la cultura e le tradizioni della sua terra d’origine. Nel 1961 si iscrive a Lettere e Filosofia all’Università di Palermo, mentre la sua passione per
la fotografia inizia a strutturarsi. Diventa allievo del grande critico Cesare Brandi e mostra le proprie foto a Enzo Sellerio che gli farà scoprire l’universo culturale bressoniano. Sono
anche gli anni in cui si forma una coscienza politica determinante per l’evoluzione della sua
fotografia, così come il vincolo con la propria terra d’origine e le tradizioni siciliane.
Circa due anni dopo, entra in contatto con Leonardo Sciascia, un incontro fondamentale per la sua vita professionale e personale, e con lui, a soli 21 anni, pubblica il
saggio Feste Religiose in Sicilia, libro che ottiene il prestigioso Premio Nadar.
Sull’onda del successo del libro, Scianna si trasferisce a Milano dove lavora per l’Europeo
come fotoreporter, poi inviato speciale e corrispondente da Parigi, dove vive per 10 anni. A
Parigi inizia anche a dedicarsi con successo alla scrittura. Collabora con varie testate
giornalistiche, fra cui Le Monde Diplomatique e la Quinzaine Littéraire.
Proprio nella capitale francese, il suo lavoro viene particolarmente apprezzato, da Henri
Cartier-Bresson, che nel 1982 lo inviterà a presentare la sua candidatura all’agenzia
Magnum Photos, da lui fondata nel 1947.
A Milano lavora per vari giornali. Inizia anche a fotografare per due giovani designer
emergenti, Dolce e Gabbana. Un incontro casuale, che darĂ vita ad una delle collaborazioni
meglio riuscite nella fotografia di moda. A Scianna viene richiesto di realizzare un catalogo
inserendo la splendida modella Marpessa nel contesto della sua Sicilia. Scianna riesce a
mescolare magistralmente i registri visivi del mondo della moda con l’esperienza del
fotoreporter, creando un risultato originale che spezza la monotonia patinata della
fotografia di moda.
Questa improvvisa ed inaspettata svolta, apre il mondo fotografico di Scianna a nuove
esperienze, parallele a quelle piĂą tradizionali del fotogiornalismo: pubblicitĂ e fotografie
commerciali, senza mai abbandonare il reportage sociale, i ritratti ed il giornalismo.