150 immagini dedicate a numerosi eventi sportivi scattate da un protagonista assoluto della fotografia contemporanea, Martin Parr, sono in mostra fino al 13 febbraio da CAMERA – Centro Italiano per la fotografia.
“Martin Parr. We ❤ Sports”, a cura di Walter Guadagnini con Monica Poggi e realizzata in collaborazione con Gruppo Lavazza e Magnum Photos, ripercorre la carriera di Parr, con un focus tematico incentrato sugli scatti realizzati in occasione dei più rilevanti tornei di tennis degli ultimi anni.
Con un percorso che prende avvio da una selezione di opere in bianco e nero, già sintomatiche della capacità di Martin Parr di raccogliere le contraddizioni dell’Inghilterra dell’epoca thatcheriana, la mostra si concentra sugli atteggiamenti delle persone intente a osservare e praticare le più disparate discipline in ogni parte del mondo.
A metà degli anni Ottanta è il colore che diventa elemento distintivo della sua poetica, che Parri utilizza per sposare quell’estetica amatoriale in un arguto gioco di critica, consapevole di far lui stesso parte della società che ritrae con spietato cinismo. Appropriandosi degli atteggiamenti goffi e dal gusto per il kitsch che caratterizzano i soggetti immortalati, l’autore rifiuta uno sguardo distaccato e altezzoso a favore di un linguaggio facilmente comprensibile.
In queste immagini gli atleti diventano il pretesto attorno al quale si svolgono azioni e situazioni. Ad attirare l’attenzione di Parr, infatti, sono principalmente i tifosi, con le loro coreografie, i gadget vistosi utilizzati per manifestare goliardicamente la propria fede, i travestimenti grotteschi e gli ingegnosi escamotages di chi cerca di osservare le competizioni da una posizione privilegiata.
Lo sport a cui è dedicata maggiore attenzione è il tennis, con immagini realizzate da Parr a partire dal 2014 frequentando i quattro tornei del Grande Slam (The Australian Open a Melbourne; l’Open di Francia a Parigi, noto come Roland Garros; il Torneo di Wimbledon a Londra; l’US Open di New York). Le 40 fotografie che compongono questa sezione, assieme all’allestimento scenografico in grado di trasportare i visitatori nel vivo della competizione, raccontano le dinamiche che animano sia gli spalti che i campi da gioco, sintetizzando appieno i vari aspetti della ricerca di Parr. In questi scatti, fra i più recenti dell’esposizione, si nota la capacità dell’autore di adattarsi ai mutamenti dell’estetica amatoriale che negli anni si è inevitabilmente trasformata sulla spinta delle tante innovazioni tecnologiche. Senza che il suo sguardo ne esca snaturato, le sue ultime immagini hanno perso la saturazione tipica dell’istantanea analogica e le inquadrature si sono fatte più complesse, articolate e ricche di elementi, aspetto tipico di un modo di fotografare sempre più immediato. Ciò che non cambia è la capacità di Parr di regalare, attraverso scatti vividi, dai più toccanti ai più esilaranti, una panoramica unica della vita dentro e fuori dal campo.
Attento interprete del presente, sin dagli esordi Parr ha ritratto la società contemporanea con spietata e divertita ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone del nostro tempo: “Sono entusiasta di mostrare le fotografie sul tennis, che sono state il risultato di una stimolante commissione ricevuta dal Gruppo Lavazza, e allo stesso tempo di presentare una nuova selezione di immagini di sports realizzate nel corso della mia lunga carriera.” ha commentato il fotografo.
Le immagini in mostra, e non solo, sono inserite nel volume Match Point, edito da Phaidon, che include oltre 80 fotografie tratte dal suo lavoro più recente sul tennis, con una selezione di scatti totalmente inediti.
Nato nel 1952 a Epsom, fin da giovanissimo Martin Parr sviluppa una grande passione per la fotografia, alimentata dagli incoraggiamenti del padre, fotografo amatoriale. Poco dopo la laurea al Manchester Polytechnic, nel 1974 espone i primi scatti in una mostra personale alla Impression Gallery di York, intitolata Home Sweet Home. Già in queste prime immagini emergono alcuni dei tratti distintivi della sua poetica, come l’uso della pellicola a colori e del flash per esasperare gli aspetti più singolari e kitsch del quotidiano, elementi che lo renderanno nel giro di pochi anni uno dei protagonisti della cultura fotografica britannica e internazionale. Con uno stile documentario pungente e anticonvenzionale, nel 1994 diventa membro a pieno titolo di Magnum Photos, rivestendone il ruolo di presidente dal 2013 al 2017. Nel corso della sua carriera Martin Parr ha pubblicato più di 100 libri e il suo lavoro è apparso in mostre personali e collettive nei musei e nelle istituzioni più importanti di tutto il mondo. Sono diverse anche le esposizioni e i libri da lui curati, come i tre fondamentali volumi dedicati all’editoria fotografica pubblicati da Phaidon, a cui ha lavorato insieme a Gerry Badger. Fra i tanti riconoscimenti per il suo contributo in ambito fotografico si contano numerosi premi, tra cui il Sony World Photography Award nel 2017, il premio Erich Salomon nel 2006 e il premio Baume et Mercier nel 2008. Nell’autunno 2017 istituisce la Martin Parr Foundation, con sede a Bristol, che si occupa di gestirne l’archivio, oltre a collezionare e promuovere i lavori di numerosi artisti che si sono concentrati sulla Gran Bretagna.
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