La mostra
presenta in maniera razionale un percorso storico-artistico con taglio
cronologico e l’esposizione di un’opera per ciascun artista. Ne scaturisce una
forte sensibilità e attenzione per la figura umana soprattutto per gli autori
più storicizzati, mentre per gli artisti contemporanei le dinamiche sono molto
più eterogenee e sfaccettate, non sempre riconducibili a generi o a codici
univoci.
La selezione
delle opere propone comunque allo spettatore un racconto narrativo che nasce da
un approccio intimista, quasi romantico,
che ben si sposa con le istanze sociali sottese alla mostra. Quest’ultima,
realizzata con la collaborazione di un’associazione onlus che si occupa di
autismo, nasce infatti dall’esigenza di porre in rilievo il ruolo e il valore
comunicativo che le immagini possiedono nella cura di persone affette da simili
patologie.
La mostra è
allestita presso uno degli edifici antichi della città, in un luogo dalle ampie
volumetrie che ben si presta a una esposizione con un gran numero di autori. La
sezione moderna è collocata al piano terra e raccoglie i lavori degli artisti
più noti al grande pubblico, come i tre fratelli friulani Dino, Mirko e Afro Basaldella (del quale spicca una
gouache molto intensa) e o il
“pittore dei cavallini” Zoran Music.
È una sorpresa la pittura su carta di un artista considerato per lo più
scultore come Luciano Fabro, mentre
non deludono né lo studio di Giuseppe
Zigaina né la disarmante e attualissima Famiglia
del licenziato di Anzil Toffolo.
Il
seminterrato è dedicato invece alla fotografia e al video, con i lavori di Roberto Kusterle e l’installazione di Paolo Comuzzi. È un bianco e nero
accademico ma toccante il paesaggio Prima
del temporale di Elio Ciol, che
contrasta con i tenebrosi Silenzi di luce
di Sergio Scabar.
Il primo piano
raccoglie alcuni degli artisti contemporanei, tra cui La fortezza vuota di Carlo Vidoni,
che ha scelto di realizzare un lavoro che indaga la condizione dell’autismo: la
sua casetta sradicata e capovolta con solo un piccolo foro che permette di
cogliere ciò che c’è all’interno risulta nel contempo poetica e significativa.
Toni più distesi quelli dell’irriverente pittura di Walter Bortolossi o della scultura in cartone di Chris Gilmour, presente con una storica
Vespa Rally; mentre più delicati e
composti il “centrino” di cenere di Maria
Elisabetta Novello e le tavole con i disegni a penna di Nicola Toffolini, in cui il vento piega
l’erba.
Curato e allestito
anche il giardino esterno: di fronte all’edificio troviamo un’imponente
scultura di Giorgio Celiberti e le
installazioni di Nane Zavagno e
quelle più ironiche di Michele Bazzana
e Beppino De Cesco; poesia
malinconica l’opera autobiografica Homeless
Home di Franco Del Zotto Odorico.
Dettaglio
importante: a conclusione della mostra verrà realizzata un’asta in cui saranno
messe in vendita alcune delle opere esposte, donate dagli artisti. Il ricavato
andrà a sostenere l’associazione che organizzerà iniziative a favore dei
bambini.
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personale di Bazzana a Brescia
De
Cesco a Codroipo
gloria bortolussi
mostra
visitata il 24 novembre 2010
dal 25 settembre al 12 dicembre 2010
Venti d’arte in Friuli Venezia Giulia. Ieri
ed oggi
a cura di Stefano Chiarandini
Antico Foledor Boschetti della Torre – Palazzo
Municipale
Via della Roggia – 33044 Manzano (Ud)
Orario: venerdì ore 16.30-19.30; sabato,
domenica e festivi ore 9.30-12.30 e 16.30-19.30
Ingresso libero
Catalogo disponibile
Info: tel. +39
0432938376; cultura.turismo@comune.manzano.ud.it
[exibart]
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