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fino al 16.III.2003 | Renoir e la luce dell’impressionismo | Trieste, Palazzo Gopcevic

di - 5 Febbraio 2003

Il nuovo spazio espositivo dei Musei del Canal Grande, presso il Palazzo Gopcevic a Trieste, ha visto l’inaugurazione, venerdì 31 gennaio, della mostra Renoir e la luce dell’impressionismo. Per la città una nuova e interessante realtà espositiva e museale che si sviluppa tra il pianoterra ed il piano nobile, impreziosito da soffitti affrescati e pavimenti intarsiati. Spazi elegantemente restaurati e luminosi, perfetti per ospitare i dipinti realizzati dagli impressionisti francesi. Oltre alle opere di Pierre-Auguste Renoir vi sono, infatti, anche quelle dei precursori del movimento, come Eugène Delacroix e Gustave Courbet, per arrivare sino ai lavori di Edouard Manet, Claude Monet, Camille Pissarro, Alfred Sisley, Paul Cezanne, Edgard Degas. E, ancora, Armand Guillauminv e Paul Signac.
La rassegna, curata da Maithè Valles-Bled e Vincenzo Sanfo, arriva a Trieste, dopo Palermo, Milano e Roma. Propone trenta dipinti e altre trenta tra gouaches, matite e sculture, provenienti da musei, istituzioni e collezioni private europee e statunitensi. Le opere selezionate coprono un arco di cinquant’anni, a dimostrare la grandezza dell’arte di Renoir, nella sua continua ricerca della luce, rivelatrice di forme.
L’artista, nato a Limoges nel 1841, all’inizio della sua carriera si guadagna da vivere come decoratore di porcellane. E quest’esperienza alimenta in lui l’amore per la pennellata precisa, il tocco delicato e l’effetto di colori brillanti su uno sfondo bianco levigato. Parla della pittura come di un artigianato. Del piacere immediato che gli viene dal dipingere. E che è la più ovvia delle qualità della sua opera. Si distanzia dall’impressionismo en plein air, per percorrere nuove strade creative. E, solo apparentemente, si dedica alla registrazione dell’attimo effimero. Non esclude il museo. Sa formarsi sugli esempi di Delacroix e di Courbet, sulle atmosfere di Boucher e Fragonard, sulla facilità compositiva di Raffaello e sulle cromie di Rubens. Guarda a quella bellezza piena e solare che costantemente lo ha ispirato. E ormai vecchio e malato, afferma: “La sofferenza passa, ma la bellezza resta… ”.
Tra gli impressionisti è Renoir l’artista che maggiormente privilegia la figura umana. E il percorso espositivo della mostra evidenzia proprio questa sua preferenza, lasciando sfilare sensuali figure femminili, modellate da una luce calda e avvolgente. Particolare risalto assumono i ritratti tra cui si segnalano due capolavori come il Portrait de Suzanne Valadon (1885) e Madeleine Adam (1887). O come il soggetto femminile colto nel privato della sua vita borghese in La leçon d’écriture (1895), dove la scelta si concentra sul motivo dell’alunna e dell’insegnante.
L’esposizione continua con una sequenza dedicata agli altri importanti autori francesi dell’Ottocento. Al gesto veemente di Gustave Courbet (1819-1877). Ai paesaggi di Claude Monet (1840-1926). Al vibrante cromatismo di Armand Guillaumin (1841-1927) nel Paysage de l’Ile de France (1885). Contemporanei in mostra per inquadrare a pieno il contesto in cui l’artista Renoir si forma.

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mostra vista il 31 gennaio 2003


Renoir e la luce dell’impressionismo
dal 1 febbraio al 16 marzo 2003
Palazzo Gopcevic, Musei del Canal Grande, via G. Rossini 4, Trieste
orari: ogni giorno dalle 9.00 alle 19.00
prezzi: intero euro 7,00, ridotto euro 4,00
informazioni: 040300938-311361 Museo Revoltella http://www.museorevoltella.it/
Catalogo Renoir e la luce dell’impressionismo, edito dalla Fondazione Mazzotta di Milano
(euro 28,00)


[exibart]

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