20 dicembre 2002

fino al 26.I.2003 Hiroshima – Luciano Ceschia Terzo d’Aquileia (ud), Palazzo Vianelli

 
Hiroshima è crinale che pone un prima e un dopo, come nella storia dell’umanità, anche nell’arte di Luciano Ceschia. A partire dalle opere sul disastro giapponese un percorso nella produzione dello scuoltore scomprso nel '91...

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In Palazzo Vianelli, sede comunale di Terzo, sono raccolte le opere incentrate su Hiroshima. In Piazza Europa, nella sede espositiva dell’Associazione culturale Anfora, alcuni tra gli artisti amici di Luciano Ceschia gli rendono omaggio in una collettiva. Sergio Altieri, Aldo Colò, Cesare Mocchiutti e Nane Zavagno… tra gli amici di Ceschia titola l’esposizione che vede la presenza di tre recenti opere per ciascun autore.
Ceschia approda artisticamente ad Hiroshima nel primissimo Sessanta, apportando alla sua ricerca una svolta salutata col Premio del MinisteroLuciano Ceschia dell’Industria e del Commercio alla Biennale del 1962 e il riconoscimento della critica che, nelle Porte di Hiroshima, individua il rompere prepotente dello scultore in una nuova direzione.
La svolta consiste nell’abbandono da parte dell’artista, del mondo della concretezza contadina e dei partigiani sinora cantato. Ceschia rinnega inoltre quella forma che fa proprie consuetudini artistiche consolidate, per gridare la materia nel suo tradimento e sconvolgimento definitivo. E’ la terra oppure è la ghisa, “ignobile” nella considerazione degli accademici, che egli lavora. Tutto nobilita attraverso impasti e fusioni sperimentali. La terra si trasforma allora nella ceramica greificata, che sostanzia i quattro grandi pannelli delle Porte di Hiroshima. La ghisa, combinata in fusione con altri metalli, origina i primi, contemporanei Gong.
Come spesso accade nel percorso di ricerca di Ceschia, anche le sperimentazioni scultoree legate a Hiroshima sono anticipate, quindi accompagnate, da studi grafici e grafico-pittorici, che costituiscono sostanzialmente il corpo della mostra di Terzo.
Coerentemente le “carte” di Hiroshima annunciano con chiarezza lo sfaldamento delle consuetudini rappresentative e il rigetto di ogni “formalismo” artistico. Anch’esse mettono in atto tecniche che sostengono il carattereLuciano Ceschia informale-materico cui Ceschia approdava. Utilizzano pastelli cerosi e china o tempere, materiali idrorepellenti ed acquosi che avvicinano la superficie grafico-pittorica alle soluzioni tattili ricercate sia nella ceramica greificata che nella porosità della ghisa, lasciata senza finitura di superficie, a conferire quella “idea di raffinata rozzezza ” che veniva attribuita, non solo alle opere, ma allo stesso artista. Le carte tuttavia, prima delle sculture, sono portatrici di un principio di germinazione formale che muove dalle Porte e transita ai Gong. Come parte della propria dissoluzione, a offrire percezione della deflagrazione che conduce al magma, adducono, le prime, quell’elemento cerchiato, sintesi di furore e geometria che, alla luce del lavoro di Ceschia a venire, si proporrà come autentico presidio di pensiero plastico. L’elemento cerchiato, divenuto autosufficiente nei Gong, apre al futuro scultoreo impostato largamente su un nucleo germinale, carico di tensione dinamica, pronto a dilatarsi ed assediare lo spazio. Il “disco solare” in acciaio inox del 1968, esposto in mostra, testimonia la coerenza degli approdi successivi.

francesca agostinelli
mostra vista il 14 dicembre


Hiroshima – Luciano Ceschia. Palazzo Vianelli; Terzo di Aquileia (Ud); Dal 7 dicembre 2002 al 26 gennaio 2003. Orari: venerdì 16.00-18.00, sabato 10.00.12.00 e 16.00-18.00, domenica 10.00-12.00 e 16.00-18.00.

[exibart]

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