Nella splendida scenografia della Villa Manin di Passariano è ospitata la mostra Kandinsky e l’avventura astratta. Il titolo anticipa due punti fondamentali: la centralità della figura di Kandinsky nell’avviare questa nuova e rivoluzionaria concezione dell’arte e le ampie conseguenze che le sue ricerche ebbero sullo stile di tanti altri grandi artisti.
Quarantadue opere dipinte da Wassily Kandinsky (Mosca, 1866 – Neully sur Seine, 1944) permettono al visitatore di ripercorrere tutte le fasi stilistiche da lui attraversate nel corso della sua intensa carriera artistica. Partendo dai primi periodi, quando nei suoi dipinti era ancora presente la figurazione e i soggetti appartenevano alla
Ma, per la nascita dell’Astrattismo, la vera svolta si registrò nel 1909 quando, si racconta, l’artista vide casualmente un suo quadro figurativo appoggiato capovolto. Un banale episodio grazie al quale avrebbe però capito quanto alla riuscita di un dipinto non fosse fondamentalmente necessario il dato reale e oggettivo. Da questo momento Kandinsky iniziò a esplorare, con un percorso di ricerca lungo e meditato, una delle direzioni più innovative che la storia dell’arte abbia mai conosciuto. Il rifiuto della figurazione per lui significò, infatti, dotare i segni e i colori di una forza comunicativa autonoma e immediatamente percettibile (Segmento blu, 1921). Non a caso la pittura, per questo autore, può comunicare le emozioni dello spirito esattamente come fa la musica, ovvero in modo astratto e immediato. Linee, cerchi, curve e colori, dunque, grazie al loro intrinseco potere simbolico possono essere utilizzati dal pittore per esprimere, senza alcuna mediazione, la propria spiritualità e
A questa lunga fase ne seguì una caratterizzata da un tratto pittorico maggiormente geometrizzante e rigoroso e questo, non a caso, avvenne proprio nel corso degli anni Venti, quando Kandinskij tenne dei corsi al Bauhaus (Arco a punta, 1923 – Composizione 8, 1923).
Gli altri sessanta dipinti esposti, quasi tutti di altissimo livello, mettono in luce quanto le ricerche di Kandinsky abbiano profondamente influito sullo stile di moltissimi altri autori a lui contemporanei. Dai compagni del movimento espressionista del Cavaliere Azzurro, come Franz Marc o Paul Klee, sino ai colleghi del Bauhaus (Josef Albers, Lászlò Moholy-Nagy o Lyonel Feininger) e ad autori quali El Lissitzky, Kazimir Malevich, Pablo Picasso o Jackson Pollock, con un cui splendido dipinto, ricco di riferimenti all’arte di Kandinsky, si chiude la mostra.
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da vedere, sia per la villa che per le opere!
La mostra è veramente interessante, consiglio a tutti di visitarla anche per la bellezza della villa in cui è collocata.
Il percorso fisico e "mentale" della mostra è abbastanza chiaro, soprattutto per quanto riguarda l'evoluzione di Kandinsky, ma avrei arricchito i contributi informativi con più indicazioni storiche, con una maggiore contestualizzazione, per far comprendere meglio la portata rivoluzionaria dell'abbandono della figurazione. Avrei dato maggior risalto anche alle teorie e agli scritti di Kandinsky... Al di là di tutto questo... le opere parlano da sole! Buona mostra!
La parte su Kandinski è molto interessante, anche perché ci sono dei bellissimi acquarelli, che rispetto alle opere ad olio sono meno conosciuti e più raramente esposti.
A mio giudizio invece non è soddisfacente la parte che dovrebbe illustrare "l'avventura astratta": la qualità media dei quadri non è alta, e ci sono omissioni imperdonabili. Percarità, l'esaustività assoluta è irraggiungibile, ma se si intitola la mostra in un certo modo, ci si impegna a restituire, sebbene in sintesi, la nascita e il primo evolversi dell'astrattismo, e questo impegno, guardando i quadri, non risulta mantenuto. Era più onesto, allora, presentare la mostra in maniera più modesta, senza creare false aspettative.
Sono d'accordo con i precedenti interventi sulla opportunità di utilizzare meglio e di più gli scritti dell'autore: Kandinsky è uno dei pochi pittori che quando scrive d'arte, compresa la propria, lo fa in modo illuminante, all'altezza dei migliori critici o storici dell'arte stessa.
Convergo anche sul fatto che vale sicuramente la pena vedere la mostra, nonostante i difetti accennati.