Tutta la produzione di Gianluigi Toccafondo degli ultimi dodici anni è rappresentata nella mostra. Partendo dal cortometraggio meno recente, Boxe (20 sec.) del 1990, si giunge sino ad Italia Taglia (15 sec) ed a Garrincia (1,16 min.), entrambi del 2001. E’ presente anche il video che nel 1999 venne scelto come sigla della Biennale di Venezia, ed intitolato appunto
Osservando le opere realizzate da quest’artista non è difficile comprendere perché sia spesso stato considerato anche un geniale illustratore. Ogni suo fotogramma, infatti, possiede un segno grafico altamente riconoscibile e prepotentemente efficace, riconducibile per tecnica e stile non al linguaggio cinematografico ma a quello pittorico.
In questi cortometraggi si assiste ad un a continua e fluida evoluzione delle forme. I corpi dei protagonisti, quasi sempre inseriti in uno spazio non definito, possono trasformarsi, senza fatica, senza rumore e velocemente, in qualsiasi altra forma o posa, dando vita ad innumerevoli situazioni dalle quali s’intuisce quanto sia libera la fantasia di quest’artista. Nei suoi cortometraggi nulla pare stare fermo ed anche lo sfondo, spesso solo una macchia di colore, è instabile ed in continuo movimento.
Visitando questa mostra si ha l’impressione che l’arte di Gianluigi Toccafondo sia simile alla poesia, per la brevità delle opere e per la profondità e ricchezza dei significati.
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elena londero
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