Com’è visto il “paesaggio” nelle più attuali tendenze dell’arte contemporanea? E le nuove tecnologie, sempre più utilizzate dagli artisti, sino a che punto ne modificano l’interpretazione?
Per tentare d’indagare su questi quesiti è stata allestita questa rassegna, suddivisa in due sezioni, ospitate in altrettante sedi espositive. Nella prima, curata da Paolo Manazza, sono stati riuniti gli autori che operano con il linguaggio pittorico. Video e fotografia sono invece ospitati nella seconda parte della mostra, curata da Luca Beatrice.
Nella prima sezione – penalizzata da uno spazio espositivo inadeguato (ma c’è da dire che Manazza non si distingue di certo, nei suoi articoli su varie testate della Rizzoli, per conoscenza ed aggiornamento sull’arte di oggi. Ndr) – s’incontrano subito i paesaggi di Jonathan Guaitamacchi (Londra, 1961). Infinite città post-moderne, rappresentate in un bianco e nero sporco, nelle quali risulta fondamentale il punto di vista aereo. Una cromia coraggiosa e al contempo improbabile caratterizza, invece, le ampie tele di Giovanni Frangi (Milano, 1959). In questi dipinti, forse i più interessanti della sezione, il paesaggio è reso mediante forme larghe ed essenziali, spesso graffiate e macchiate dal colore. La dimensione spaziale è resa con toni irrealistici e fortemente soggettivi. Completamente diversi, in quanto iperrealistici, razionali e immobili i paesaggi realizzati da Aldo Damioli
Nella seconda sezione della rassegna, nella quale sono esposte le opere video e fotografiche, si segnala, invece, il video di Martino Coppes (Como, 1961). Un girato lento, nel quale alcune forme semplici – apparentemente fitomorfe – sono sospese su uno sfondo. Il passaggio tra un’immagine e l’altra – con mutamenti anche cromatici – avviene attraverso lentissime dissolvenze.
Senza trucco, infine, il titolo della serie presentata da Fabrizio Orsi (Reggio Emilia, 1961), nella quale sono esposte immagini fotografiche di donne nude, prive di qualsiasi abbellimento. Busti confinati su pareti spoglie, modellati da una luce proveniente dall’alto che amplifica l’atmosfera angosciosa di queste opere.
Alla rassegna partecipano, con le loro opere, anche Monica Carocci, Andrea Chiesi, Marco Cingolani, Valentina D’Amaro, Leonida De Filippi, Sabine Delafon, Flavio Favelli, Federico Guida, Paolo Leonardo, Paola Lo Sciuto, Giovanni Manfredini, Marzia Migliora, Attilio Solzi, Francesco Sena e Leonardo Pignatelli.
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elena londero
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