Categorie: friuli v. g.

fino al 31.VII.2003 | Giardini d’arte – Cinque scultori a Pordenone | Pordenone, sedi verie

di - 8 Luglio 2003

Ci prova, per primo, l’artista Nane Zavagno con tre opere in acciaio, di grandi dimensioni, ciascuna costituita da due moduli geometrici che si sovrappongono o si incrociano nella terza dimensione. Si tratta di forme essenziali che si completano a vicenda e trovano nel loro reciproco un equilibrio compositivo. Vengono così a crearsi delle nuove figure, somme di pieni e vuoti, attraverso i quali emergono scorci della città. Non solo. Due delle opere sono in rete d’acciaio, perciò l’integrazione con il contesto avviene per loro stessa natura, tramite fitte griglie che filtrano il paesaggio nello sfondo. Due le installazioni, invece, di Massimo Poldelmengo esposte nel giardino della Camera di commercio: un cubo d’acciaio sospeso a pochi centimetri da terra, con una luce che irradia dalla base e lo libera dalla forza di gravità e una scala che, per la sua forma ondulata e per gli inserti in vetro che ne alleggeriscono la struttura, sembra fluttuare nel vuoto. Forme che partono dalla realtà per contraddirla, per evaderne le regole e invertirne le relazioni; oggetti per pensare, non solo da guardare, che riprendono le fila dell’arte concettuale nel loro proporre stimoli alla riflessione ma contemporaneamente attente alla perfezione formale.
Nel giardino interno del Museo Ricchieri sono invece collocate le sculture di Luciano Ceschia, l’unico dei cinque a non essere ancora in vita. Si tratta di lavori che cercano di ripercorrere alcune tappe stilistiche dell’artista: due motivi circolari (la Sfera a due punte del ’68 e il Disco del ’76), di periodi e materiali diversi, testimoniano il percorso e la ricerca di nuove soluzioni compositive all’interno dello stesso tema. Un imponente Edipo in acciaio, vede fondersi l’elemento figurativo con strutture geometriche intricate e avvolgenti.
Paolo Figar, all’ingresso di Palazzo Gregoris, espone cinque sculture in legno. Sono figure dalle sembianze umane deformate o monche, intimamente sofferenti e smarrite. La sensazione, camminando tra un’ opera e l’altra, è quella di sentirsi addosso gli occhi di presenze inerti, che osservano immobili e aspettano che lo spettatore si sia voltato per riprendere il movimento. La lavorazione del legno è lasciata allo stato grezzo, con rari interventi pittorici o intarsi di altri materiali.
E infine, a fianco del Duomo, sono collocate cinque opere di Claudio Mrakic, create appositamente per questa mostra: quattro evangelisti posti uno dietro l’altro, in una sorta di processione. Figure ricavate da blocchi unici di legno, di grande impatto visivo. Sculture che si rifanno all’iconografia bizantina e la traducono in termini contemporanei in un vigore espressionista che emerge non tanto nell’uso di colori accesi, che al contrario servono a dare un senso di ieratica immobilità, quanto nel modo, nella tecnica di intagliare il legno, che lascia scoperte incisioni e spigoli. La “processione” si chiude con una polena, volto angelico dai lineamenti classicheggianti e lineari, che, con le sue superfici levigate ed i lineamenti morbidi stabilisce un effetto di contrasto con le altre figure.

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Giardini d’arte – Cinque scultori a Pordenone
Museo Civico d’Arte, Luciano Ceschia
Palazzo Gregoris, Paolo Figar
Duomo di San Marco, Claudio Mrakic
Camera di Commercio, Massimo Poldelmengo
Piazza XX Settembre, Nane Zavagno
Informazioni: Centro iniziative Culturali Pordenone, via Concordia 7
Tel. 0434 553205, e-mail cicp@culturacdspn.it
I siti sono visitabili ogni giovedì sera fino alle ore 22.00, tutti gli altri giorni in rapporto alla fruibilità e agli orari abituali dei singoli luoghi


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