Passing the Information (III) rappresenta la naturale continuazione di un progetto presentato per la prima volta da Gerald van der Kaap a Xiamen all’inizio di quest’anno. Nella città cinese l’artista ha trascorso tre mesi in qualità di ospite presso il campus dell’Università.
Situata in una regione che ha recentemente avuto uno straordinario sviluppo economico, Xiamen si trova sulla costa meridionale cinese ed è, a tutti gli effetti, considerata non solo la città più bella, ma anche la più pulita di tutta la Cina. In occasione della sua mostra a Xiamen, van der Kaap ha interamente ricostruito l’ambiente di un’aula
Non equazioni, calcoli matematici o insegnanti di fronte ad una classe di alunni, ma studenti che osservano studenti, ragazze che scherzano raccontando barzellette, studentesse che fissano l’obiettivo della telecamera con uno sguardo penetrante: la gerarchia e le autorità cinesi sono temporaneamente neutralizzate. Su sua stessa iniziativa, e senza che gli fosse richiesto, van der Kaap ha organizzato, per l’occasione, un party fuori sede che lo ha visto protagonista sia nel ruolo a lui più usuale di VJ che in quello di DJ. Al party evento, il primo di questo genere tenutosi in Cina, hanno preso parte più di mille ragazzi.
La terza parte di Passing the Information, che si tiene nello spazio della LipanjePuntin, consiste in una serie di opere fotografiche e video che sono il risultato ultimo di una rigida e formale regia dell’artista. Le opere divengono una sorta di mezzo rivelatore di molteplici situazioni inerenti il campus e tutto ciò che vi ruota intorno. Non esclusivamente documentaristici, ma neanche il prodotto dell’illusione di un sogno narcisistico, questi sono lavori che si situano in quella zona grigia tra realtà e finzione riflettendo un approccio consapevole e
Se volessimo considerare la Part One (I) di Passing the Information come un evento, Part (III) ne diverrebbe automaticamente il manifesto. In una recente intervista van der Kaap ha dichiarato: “per me queste sono azioni autonome e temporanee. Ciò nonostante, in un modo o nell’altro, sembrano avere il potere di trasportarci in sfere estranee a quelle della fotografia e in particolare nel contesto cinese interferiscono nettamente con la realtà. Perchè proprio in quel luogo? Probabilmente perchè vi sono in atto cambiamenti drastici e complessi.”
Centinaia di sms e appunti da diari che Gerald van der Kaap ha ricevuto in questi mesi dalla Cina sono stati raccolti in previsione di una pubblicazione o un film. Lo scorso giugno, van der Kaap è ritornato in Cina, a Shanghai, per lavorare alla realizzazione di una serie di cortometraggi. “Questo è un work in progress. La realizzazione, come del resto il significato del lavoro, varia nel tempo e attraverso il passaggio… dell’informazione.”
patrizia grandis
Mostra vista il 12 novembre
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