Giuseppe Dal Bianco è un artista dalla formazione culturale articolata. E’ protagonista di un ricercare a tutto campo. Musica, danza, arte visiva presentano, nella sua espressività, un connubio che coinvolge la sua stessa persona, partecipe attraverso il respiro delle più recenti ricerche etnico-musicali legate alle sonorità, che l’artista sviluppa tra elettronica e suono delle origini.
La sua ricerca è rigorosa, inscritta entro i parametri dell’ordine, che conosce le ampie impalcature bachiane quanto il rigore visivo della geometria; non manca neanche lo sperimentalismo musicale più aggiornato e la volontà di superamento della semplice percezione sensoriale.
I paradigmi formali dall’artista, maturati in oltre vent’anni di ricerca visuale, muovono da elementi minimi, un tempo ascrivibili a parametri geometrici, oggi elaborati e condotti all’assolutezza dell’icona attraverso un percorso di decantazione, volto all’essenziale. E’ un processo di scarnificazione che offre forme assolute, composte in
In questo, che è processo di privazione, l’artista scledense rinuncia agli strumenti e ai mezzi più propriamente pittorici che caratterizzavano il precedente operare, per affidarsi ai principi primi che li governavano. Le forme, non più graficamente definite, lievitano dal supporto ligneo a qualificare la propria presenza attraverso la sola incidenza della luce. Il colore dimentica le eleganti soluzioni passate per fare proprio il principio cromatico-luminoso di sintesi, il bianco, cui l’artista attribuisce, nella levigatezza delle superfici, la possibilità di convertire la forma in luce e la luce stessa in massa, in peso.
Senza dispersione, dicevamo all’inizio, per un presente in cui la rinuncia mantiene impronta di ciò che era conseguito, creando un campo di tensioni nascoste che arricchiscono l’oggi di senso. Nella coerenza di un percorso condotto con temperanza verso soluzioni la cui intensità è data raccogliere dallo spirito dell’osservatore disponibile alla profondità, acuto nel giudizio, ampio e vigile nel discernimento.
francesca agostinelli
mostra vista il 16 settembre
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