La mostra fotografica di
Domenico Notarangelo (Lecce, 1930) dà la possibilità di rituffarsi nell’atmosfera di
Cristo si è fermato a Eboli – uno dei grandi romanzi della nostra letteratura del secondo Novecento -, come testimoniato nella serata inaugurale, caratterizzata dalla presenza di Carlo Levi e da un reading di testi scelti.
Se già l’anno scorso l’autore aveva presentato in Regione le immagini di Notarangelo scattate durante il set del
Vangelo Secondo Matteo di
Pier Paolo Pasolini, la selezione presentata in quest’occasione – e finora inedita – mostra alcuni dei luoghi che furono oggetto d’indagine durante la grande stagione culturale (e fotografica) italiana del secondo dopoguerra, alla ricerca della “
verità” e del modo “
giusto” di rappresentarla.
Notarangelo non fu fotografo professionista né ebbe contatti col mondo fotogiornalistico. Era invece giornalista per “l’Unità” e abbinava ai suoi resoconti le immagini che scattava con la propria reflex.
Il paesaggio lucano è interpretato attraverso i volti e i ritratti in bianco e nero: contadini, gente umile, rappresentanti di quel mondo rurale che, per altre vie, ha composto il nostro immaginario collettivo del Mezzogiorno post-bellico. Molte delle fotografie sono, infatti, frutto dei mesi trascorsi in Lucania da Notarangelo, quando ebbe modo di collaborare attivamente alla realizzazione del film tratto dal romanzo dello scrittore torinese, suggerendone le ambientazioni.
La mostra è composta da stampe recenti, provenienti dall’archivio di Notarangelo, oggi conservato alla Mediateca di Matera. Purtroppo il numero delle immagini esposte non soddisfa a pieno la curiosità dello spettatore, sebbene si avverta l’atmosfera di essere immersi nel tempo dilatato del Mezzogiorno, che muove da ispirazioni romanzesche degli anni ‘30 per giungere ai più vicini anni ‘60. Ciononostante, i suoi
racconti, talvolta forse retorici, permettono di immaginare per un attimo qualche
tranche de vie di quella terra e, in qualche modo, di riprendere il filo della storia romanzesca di Levi, divenuta ormai storia ufficiale.
Un uomo, Notarangelo, che ha vissuto a fondo il proprio tempo, comprendendo a fondo ciò che stava avvenendo in quei luoghi in quegli anni. Un periodo di arretratezza e povertà ma anche di grandi trasformazioni, speranze e possibilità, come testimoniano i passaggi di
Francesco Rosi, Pasolini e tanti altri. Una terra in cui l’autore è stato – sul piano politico e culturale – contemporaneamente spettatore, cronista e protagonista.