Iniziamo dalle cose cattive. Non mancano infatti difetti e vizi di forma in questa mostra che, nell’ambito dell’apertura del nuovo polo d’arte contemporanea friulano di Villa Manin, fa da contraltare italiano all’internazionalissima Love/Hate, panoramica di capolavori dal Centro d’arte contemporanea di Chicago.
Vernice – Sentieri della giovane pittura italiana, concepita in tandem dal direttore artistico di Villa Manin Francesco Bonami e dalla curatrice Sarah Cosulich Canarutto, si inceppa subito nei fondamentali. I nomi degli artisti invitati –tenuti rigorosamente segreti fino alla conferenza stampa- non rispecchiano infatti l’aspettativa di ‘gioventù’ annunciata nel sottotitolo. Luca Pancrazzi, Daniele Galliano e Alessandro Pessoli sono ormai dei maestri della pittura italiana che hanno abbondantemente passato gli anta, altro che giovani pittori. E se è vero che in mostra è presente un gruppetto di under 30, l’età media complessiva degli invitati sfiora impietosamente i 36 anni. Vernice sì, ma tutt’altro che fresca dunque.
Inoltre –nonostante i buoni propositi di Bonami in una recente intervista ad Exibart– la mostra tende ad offrire il destro a chi la taccia di partigianeria. La maggior parte dei prestatori appartiene ad un evidente ‘circuito’ milanese (De Carlo, Guenzani, Kauffman…) contro i quali nulla abbiamo, anzi, ma perché non tentare per una volta di allargare le prospettive? Perché non prendere in considerazione nessuno dei pittori dell’altra parrocchia (il gruppo di artisti oramai denominatisi Italian Factory, ad esempio), dove c’è chi il penello lo sa effettivamente usare? Perché trascurare completamente la scuola palermitana che ha molto dato e (soprattutto con Alessandro Bazan e Andrea di Marco) molto sta dando alla pittura giovane in Italia? E perché –last but not least- non coinvolgere eccezionali battitori liberi come Marco Neri, Fausto Gilberti e Gioacchino Pontrelli?
E giungiamo alle cose buone. Sì, perché quelle precedenti sono considerazioni a margine che però non scalfiscono la qualità oggettiva della mostra. Idealmente divisa in quattro settori –ritratto, paesaggio, astrazione e tecnologia-, Vernice presenta una serie di ottimi lavori di giovani già affermati e propone alcuni emergenti essenzialmente pescati nel ricco bacino del Nord Est. E i quadri di eccellente qualità davvero non mancano. Fa estremamente piacere apprezzare i progressi pittorici dell’eclettico Roberto Cuoghi, impressiona ancora –nonostante una certa ripetitività- la vista delle ragazzine di Margherita Manzelli, è una conferma la qualità dei lavori di Luigi Presicce, Andrea Salvino e Pierpaolo Campanini. Alcuni quadri vengono valorizzati da precise e indovinate soluzioni curatoriali. Come la stanza ‘hi-tech’ dove le geometrìe metalliche del sempre eccellente Andrea Chiesi fan pendant con le maniacali texture neo pop del bravo Giuseppe Restano, o come la piccola sala dove si guardano l’un l’altro i due migliori quadri della mostra. Federico Pietrella di fronte a Davide La Rocca.
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massimiliano tonelli
mostra vista il 28 maggio 2004
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ma..insomma, la pittura italiana, a parte Cuoghi e Simone Berti era senz'anima, arida, puramente retinica. E l'idea? sono le idee che passano alla storia, non gli esercizi di stile. Poi ancora questi discorsi sull'età degli artisti! non sono molto chiari, che c'entrano? piuttosto sarebbe stato spiazzante trovare dei nomi nuovi e delle opere più interessanti, ma non identificherei l'età dell'artista con le opere interessanti. Spesso i più giovani sono i più vecchi, quelli che ricalcano inconsapevolmente codici passati. Ma com'è possibile che il "nuovo" è sempre uguale a sé stesso? Quando c'è qualcosa di diverso nutre solo del sospetto!
E' vero l'assenza di artisti come Bazan è assolutamente imperdonabile! Ma Bonami non era un pittore??
...sempre i soliti nomi, ci credo che poi hanno curriculum lunghi dieci pagine di mostriciattole di tutti i tipi. Comunque nemmeno Bazan è così giovane... e poi la sua pittura fa cagare, una sorta di guttuso strarivisitato...e peggiorato.
Buona mostra, con qualche nome di troppo, vedi i pittori friulani che eranò là solo per ragioni "politiche". Quasi tutti sono in mostra con buone opere.
Dire che i dipinti di Pietrella e La Rocca erano i migliori della mostra mi pare piuttosto miope. Il catalogo va bene.
Circa Bazan e affini... lasciamo perdere. L'unico del gruppo dei siciliani che poteva entrarci era Di Piazza.
anche te franco marconi sei simpatico.
anche simpatico, che non guasta...
molto bravo restano.