24 ottobre 2003

fino all’11.I.2004 Più vivo del vero. Ritratti d’autore del Friuli Venezia Giulia dal Cinquecento all’Ottocento Pordenone, nuova sede della Provincia

 
Retrahere, ovvero trattenere e sottrarre al tempo. Tre secoli di arte, cultura e società portati al pubblico in un’esposizione preziosa e ricca di spunti. Che conferma le ragioni del ritrarre…

di

Una selezione di circa 50 opere, tra tele e busti, ed un allestimento raffinato, per un gabinetto “privato” in cui ammirare società e cultura del Friuli Venezia Giulia. Grazie a una galleria di ritratti e personaggi.
Un’ampia panoramica, dunque, per una regione che vide affermarsi sul suo territorio, tra il Cinquecento e l’Ottocento, non solo artisti locali ma anche, grazie alla vicinanza con Venezia e alla sua posizione di confine, molti artisti “foresti”, a servizio dei committenti locali.
Questo il fil rouge della mostra, che del ritratto offre evoluzione e tipi, a partire – con il “telero” di Antonio Carneo (1637-1692) – dalla pittura devozionale-celebrativa, per passare a quella concentrata sullo status sociale e mai priva di notazioni psicologiche. ODORICO POLITI Come nel delicato pastello di Rosalba Carriera (1675-1757), giocato sulla tonalità azzurra. O, ancora, nel movimento, ora serio ora giocoso, dei numerosi nobili ritratti.
Nella prima sala colpisce il Ritratto di Rinoldo de’ Rinoldi, attribuito a Francesco Torbido (1482-1561 ca.), un tre-quarti “indagatore” tipicamente rinascimentale, a confermare come ogni opera rispecchi cultura, spirito e società dei propri tempi. Così, per il ’600, si nota il ritratto di Lodovico Rabatta del genovese Bernardo Strozzi (1581-1644), “uno dei più alti raggiungimenti della ritrattistica” del pittore (Rizzi); o, per il ’700, il Ritratto del conte Antonio Rabatta di Fra’ Galgario (1655-1743), in cui la cornice floreale richiama la barocca capigliatura.
Nei ritratti, del resto, fu spesso proprio il ruolo sociale l’elemento determinante/costitutivo, la ragione e, per questo, un’intera sezione è dedicata ai ritratti con le insegne della funzione pubblica, ecclesiastiche o civili e borghesi: compaiono procuratori e capitani, oppure imprenditori come Jacopo Linussio, “degno”FRANCESCO TORBIDO di essere ritratto sia da Nicola Grassi (1682-1748) sia, come mecenate-benefattore, da Francesco Pellizzotti (1740-1818). Oltre, nei ritratti di gruppo, dominano invece matrone che esibiscono con finta disinvoltura sobri svaghi familiari.
Forse ancor più interessante il ruolo sociale degli artisti. A seguire vi sono proprio gli autoritratti dei vari maestri, dove scopriamo un piacevolissimo Giuseppe Tominz (1790-1866) che, a differenza dei colleghi, non si ritrae con gli strumenti del mestiere, ma affacciato a un balcone incorniciato da vitigni, con in mano un flauto e accanto una bottiglia e un bicchier di vino. Opera certamente ricca di rimandi e, probabilmente, anche dichiarazione poetica. Del resto non mancano -come ricordano nel catalogo i curatori Giuseppe Bergamini, Paolo Goi e Caterina Furlan- gli spunti per approfondimenti.

maddalena dalla mura
mostra visitata l’11 ottobre 2003


Più vivo del vero. Ritratti d’autore del Friuli Venezia Giulia dal Cinquecento all’Ottocento – a cura di Giuseppe Bergamini, Caterina Furlan, Paolo Goi. Dall’11 ottobre all’11 gennaio 2004. Nuova sede della Provincia di Pordenone, corso Garibaldi – Pordenone. Orario tutti i giorni, tranne il lunedì, 10-13 e 15-19. Ingresso: intero 4 €; ridotto e scolaresche 2 €. Info: Amministrazione Provinciale di Pordenone – Servizio Cultura tel. 0434.231418, cultura@provincia.pordenone.it, www.provincia.pordenone.it

[exibart]

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