Una selezione di circa 50 opere, tra tele e busti, ed un allestimento raffinato, per un gabinetto “privato” in cui ammirare società e cultura del Friuli Venezia Giulia. Grazie a una galleria di ritratti e personaggi.
Un’ampia panoramica, dunque, per una regione che vide affermarsi sul suo territorio, tra il Cinquecento e l’Ottocento, non solo artisti locali ma anche, grazie alla vicinanza con Venezia e alla sua posizione di confine, molti artisti “foresti”, a servizio dei committenti locali.
Questo il fil rouge della mostra, che del ritratto offre evoluzione e tipi, a partire – con il “telero” di Antonio Carneo (1637-1692) – dalla pittura devozionale-celebrativa, per passare a quella concentrata sullo status sociale e mai priva di notazioni psicologiche.
Nella prima sala colpisce il Ritratto di Rinoldo de’ Rinoldi, attribuito a Francesco Torbido (1482-1561 ca.), un tre-quarti “indagatore” tipicamente rinascimentale, a confermare come ogni opera rispecchi cultura, spirito e società dei propri tempi. Così, per il ’600, si nota il ritratto di Lodovico Rabatta del genovese Bernardo Strozzi (1581-1644), “uno dei più alti raggiungimenti della ritrattistica” del pittore (Rizzi); o, per il ’700, il Ritratto del conte Antonio Rabatta di Fra’ Galgario (1655-1743), in cui la cornice floreale richiama la barocca capigliatura.
Nei ritratti, del resto, fu spesso proprio il ruolo sociale l’elemento determinante/costitutivo, la ragione e, per questo, un’intera sezione è dedicata ai ritratti con le insegne della funzione pubblica, ecclesiastiche o civili e borghesi: compaiono procuratori e capitani, oppure imprenditori come Jacopo Linussio, “degno”
Forse ancor più interessante il ruolo sociale degli artisti. A seguire vi sono proprio gli autoritratti dei vari maestri, dove scopriamo un piacevolissimo Giuseppe Tominz (1790-1866) che, a differenza dei colleghi, non si ritrae con gli strumenti del mestiere, ma affacciato a un balcone incorniciato da vitigni, con in mano un flauto e accanto una bottiglia e un bicchier di vino. Opera certamente ricca di rimandi e, probabilmente, anche dichiarazione poetica. Del resto non mancano -come ricordano nel catalogo i curatori Giuseppe Bergamini, Paolo Goi e Caterina Furlan- gli spunti per approfondimenti.
maddalena dalla mura
mostra visitata l’11 ottobre 2003
Alle Gallerie d'Italia di Vicenza, in mostra la scultura del Settecento di Francesco Bertos in dialogo con il capolavoro "Caduta…
La capitale coreana si prepara alla quinta edizione della Seoul Biennale of Architecture and Urbanism. In che modo questa manifestazione…
Giulia Cavaliere ricostruisce la storia di Francesca Alinovi attraverso un breve viaggio che parte e finisce nella sua abitazione bolognese,…
Due "scugnizzi" si imbarcano per l'America per sfuggire alla povertà. La recensione del nuovo (e particolarmente riuscito) film di Salvatores,…
Il collezionista Francesco Galvagno ci racconta come nasce e si sviluppa una raccolta d’arte, a margine di un’ampia mostra di…
La Galleria Alberta Pane, 193 Gallery, Spazio Penini e Galleria 10 & zero uno sono quattro delle voci che animano…