A Villacaccia di Lestizza (in provincia di Udine), vicino a una vecchia casa colonica, Giuliano Mauri ha avviato la realizzazione di un ampio tempio circolare. Diciotto pilastri cavi in legno di castagno, risultato delle potature dei boschi collinari poco distanti, guideranno la crescita delle piante di carpino che saranno messi a dimora all’interno dei pilastri stessi. Cresceranno, così, guidati dall’opera dell’uomo attraverso attente potature, che in una ventina di anni porteranno le piante alla realizzazione totale dell’architettura, che il suo progettista prevede con un’altezza di circa dodici metri. “Sarà luogo di domanda e di rilevamento emozionale” dice lo stesso artista che periodicamente da Lodi, dove vive, approda ai Colonos per seguire la realizzazione del progetto.
Quando gli si domanda perché abbia scelto proprio una tipologia sacra, risponde che la Natura stessa è per lui il luogo del sacro e che con essa è necessario stabile un’alleanza che riconduca l’umanità a un dialogo con il mondo naturale. Come del resto, sottolinea, è sempre stato, sino a tempi non troppo lontani. E l’alleanza che Mauri propone tra il fare dell’uomo e il fare della Natura, si manifesta con chiarezza nella tecnica adottata. Procedure primarie, quali l’intreccio o
Il tempio di Giuliano Mauri sarà testimone dunque del suo contesto, ne rappresenterà l’aspetto materiale e la spiritualità; ne condividerà anche il destino, partecipando ai suoi eventi sin dalla nascita. Il contesto accoglierà, a sua volta, l’intervento umano portandolo ad accrescimento e a compimento. Quindi, inevitabilmente, anche al disfacimento e al finale riassorbimento, inteso quale atto estremo e incondizionato di partecipazione alla vita della Natura ed alla sua ciclicità.
Sarà inaugurato il 31 luglio all’alba e, come scrive Philippe Daverio nel saggio in catalogo “…poi l’opera andrà a seguire il suo destino, più breve di quello dei marmi d’un tempio greco, più lungo della performance che l’ha generata, con l’ambizione di incidere la memoria, non il tempo.
E nel frattempo continuerà a sorprendere…
Come la vita stessa…
Come la poesia…”
francesca agostinelli
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