«Non c’è libertà senza pace, non c’è pace senza libertà. Perché libertà e pace sono la stessa parola», Viola Ardone, inedito per Falastin Hurra. A Napoli, il nuovo anno inizia nella Sala del Refettorio del complesso monumentale di San Domenico Maggiore, con la mostra di fumetti per la Palestina libera. L’esposizione è autoprodotta da FALASTIN HURRA, traduzione araba di “Palestina Libera”, un’organizzazione composta da operatori culturali che hanno deciso di denunciare lo sterminio in atto attraverso l’arte del fumetto ed esprimere solidarietà alla causa palestinese.
Il nucleo è sicuramente in ricordo della storica mostra Kufia, matite italiane per la Palestina, realizzata proprio a Napoli 35 anni fa, con le tavole di disegnatori come Andrea Pazienza, Guido Crepax, Magnus, Milo Manara, Altan, Josè Muñoz, Filippo Scozzari, Giuseppe Palumbo, Lorenzo Mattotti. Questa storica mostra, con un testo introduttivo di Stefano Benni, fu esposta in 70 città Italiane, oltre che a Gerusalemme, a Tel Aviv e in diversi villaggi israeliani e palestinesi, finché, un anno dopo, il furgone che portava in giro i disegni originali venne fermato e derubato. Nel 2002, il progetto venne rilanciato dagli stessi curatori ma con collaborazioni diverse e, nel 2004, Gianluca Costantini riprese in mano l’intero progetto, ben 16 anni di lavori in un unico archivio, aggiungendo un’ultima galleria con gli autori di inguine MAH!gazine.
In questa occasione, i temi, purtroppo, sono ancora quelli che da una vita affliggono il popolo palestinese e infatti la mostra è cronologica, fino ad arrivare ai nostri tristi giorni. Il primo convegno sionista a Basilea, l’accordo Sykes-Picot, la dichiarazione Balfour, il mandato britannico sulla Palestina, il libro bianco del ‘39 del Regno Unito, la fondazione dell’Agenzia ebraica, la risoluzione 181 delle Nazioni unite, la Nakba e la proclamazione dello Stato di Israele nel ‘48 la nascita dell’Opl nel ‘64, il settembre nero e l’Olp in Libano, l’invasione israeliana del Libano, la prima Intifada e la nascita di Hamas, gli accordi di Oslo, il fallimento dei negoziati a Camp David, la seconda Intifada.
Alla presentazione Alino, Guido Piccoli e Giansandro Morelli hanno raccontato quello che da 40 anni fanno a Napoli per costruire una memoria collettiva e di solidarietà per Gaza e la Palestina. A ricordare con loro i reporter palestinesi e le donne, Elena Mistrello, autrice del volume Tracciato Palestina, resoconto del recente viaggio in Cisgiordania mentre l’artista Simone Prisco ha realizzato un’opera live.
Il Manifesto della mostra è estratto dal disegno di Giuseppe Palumbo per il primo progetto Kufia, matite per la Palestina, del 1988: «Anche il mondo del fumetto non può rimanere inerme di fronte allo sterminio del popolo palestinese. Siamo per la Palestina, per la pace e il sostegno al civili palestinesi, per la de-escalation del conflitto. Siamo per Il No convinto alla crudeltà di attacchi raccapriccianti a tutti, soprattutto alla popolazione inerme quale essa sia, e per un Si forte alla pace da perseguire con forza». Un progetto di solidarietà che ha ottenuto l’adesione dei più famosi e importanti disegnatori di cartoon e di graphic novel, italiani e stranieri. Importante il sostegno da parte di Guido Crepax, di religione ebraica, e il coinvolgimento di più di un centinaio di artisti. Tra i nomi in mostra c’è lo stesso Costantini, da sempre impegnato nel fumetto politico che è stato ospite il 12 gennaio a San Domenico, e poi Zerocalcare, Stefano Piccoli, Marco Rizzo, Lelio Bonaccorso.
Presenti diversi disegnatori stranieri e palestinesi come Mohammad Sabaaneh, autore di Racconto Palestina, insignito del Palestine Book Awards, che racconta del poetico incontro tra un carcerato palestinese e un uccellino che gli racconta il mondo esterno, Naj Al-ali, Leila Abdelrazaq e i più conosciuti attivisti del Graphic Journalism come Seth Tobocman e Joe Sacco, autore dell’albo Palestina. Una nazione occupata, che tratta delle sue esperienze di viaggio in Cisgiordania e nella striscia di Gaza tra dicembre 1991 e gennaio 1992. Nell’esposizione è presente anche un omaggio al personaggio di Handala, realizzato da ben 83 disegnatori, sotto la guida di Francesca Ghermandi, la Eris Edizioni e Ivan Hurricane.
Durante la presentazione, Guido Piccoli ricorda di quando, il 16 aprile 1988, andò a consegnare la prima cartella di Kufia, fresca di tipografia napoletana, ai capi dell’Olp, rifugiati in Tunisia. «Visto che Yasser Arafat non c’era, rimasi tutto il giorno in una villa di Sidi Bou Said (a 20 di chilometri da Tunisi), che era stata trasformata nel centro operativo palestinese, sotto il comando del vice, Abu Jihad. Chissà perché, vedendo quegli uomini molto rilassati, immaginai la facilità di un’incursione di un commando israeliano. Il mattino dopo, molto presto, presi l’aereo per tornare in Italia. Arrivato a Fiumicino, mentre mi dirigevo a prendere un bus per Termini, lessi su uno schermo che, proprio quella notte poche ore prima, un commando del Mossad era entrato in Sidi Bou Said, per uccidere Abu Jihad e le guardie del corpo, risparmiando solo la moglie e i suoi due bambini».
Durante il periodo della mostra, fino al 30 gennaio 2024, sono in programma diversi eventi di presentazione di artisti – attori, fotografi, registi – solidali con la causa palestinese.
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