exibart.talks: intervista a Elisa Seitzinger

di e - 26 Febbraio 2020

exibart.talks presenta la nuova rubrica dedicata al mondo dell’illustrazione e del fumetto italiano. Ogni settimana sul nostro sito, un’intervista esclusiva. L’appuntamento di oggi è con Elisa Seitzinger.

Ritratto nella Basilica Palladiana di Vicenza con l’Amazzone, manifesto realizzato per il POW Film Festival di Portland (festival di film diretti da registi donne o di genere non binario) ed esposto in occasione di Illustri Festival, biennale che presenta gli undici talenti dell’illustrazione italiana.

Ciao Elisa. Per prima cosa: com’è iniziato il tuo percorso come illustratrice e artista?

Da un viaggio in Sicilia, circa cinque anni fa. Durante quel viaggio sono stata profondamente colpita dall’iconografia cristiana, dalla visione delle martiri in estasi, dagli ex voto, dal miscuglio di religiosità e cultura popolare radicato in una terra così viva, magmatica e arsa dal sole, agli antipodi della mia terra d’origine, la Val d’Ossola. Il cattolicesimo in Italia, in particolare in certe regioni, come in alcuni Paesi latinoamericani, si pensi ad esempio al Messico, si avvicina molto al paganesimo attraverso il culto dei Santi. Forse ho sentito la necessità di esprimere le mie radici culturali in questa epoca di globalizzazione, ma è stato tutto molto spontaneo, come se si fosse acceso un interruttore.

Comunque anche prima ero un’illustratrice, è sempre stata la professione che mi ha dato il pane. Quando ho iniziato il mio percorso autoriale, cinque anni fa, ho messo a fuoco cosa m’interessava dire attraverso le immagini, ho incominciato una ricerca formale con delle regole, ho capito cosa e come mi piaceva disegnare, insomma ho imbastito un discorso più strutturato sul mio linguaggio visivo.

Nei tuoi lavori ti ispiri al fantastico mondo dell’arte medievale sacra e cortese, alla pittura dei primitivi fiamminghi e italiani, alle icone russe e ai mosaici bizantini, ai tarocchi, all’iconografia esoterica. Hai anche pubblicato un mazzo di tarocchi per Sabat Magazine. Perché questi riferimenti?

Forse per esclusione. Ciò che trovo affascinante nell’elenco di cose che m’ispirano, che avete citato, è il quasi totale disinteresse della mimesi naturalistica e del concetto razionale. I simboli non sono mai morti, la magia neppure, dagli albori della civiltà umana e in qualsiasi cultura. A volte evolvono, ma rimangono pietre miliari dell’inconscio collettivo.

Chiedersi perché l’umanità ha bisogno di simboli equivale a indagare l’essenza dell’umanità stessa. Si potrebbe iniziare a rispondere a questa domanda leggendo Jung. E infatti i tarocchi hanno trovato me, non viceversa e io non ho paura del mio lato oscuro e dell’ambiguità, per me è meglio rimanere sempre in contatto con questi aspetti. Penso che reprimerli sia controproducente e noioso.

La Forza – l’Arcano Maggiore designato a trasformarsi in lava smaltata dagli artigiani di Vietri sul Mare ed esposto nella mostra “I Lava you too” sotto la curatela di Daniela Giorgina Scalese e su invito del professor Enzo Biffi Gentili.

Da un punto di vista tecnico, qual è il processo di realizzazione delle tue opere?

Parto sempre da una ricerca iconografica abbastanza approfondita, raramente improvviso, progetto sempre a matita, ripasso meticolosamente a china e coloro in digitale a tinte piatte.

Il Matto – disegno su china, uno dei 22 tarocchi disegnati per il mazzo Le Tarot de L’étoile Cachée di Sabat Magazine

C’è qualche artista contemporaneo o non, che in qualche modo ha suggestionato il tuo lavoro?

Tendo a ispirarmi a codici stilistici, più che a singoli artisti. Ultimamente ho riscoperto la metafisica… a essere onesta temo di essere ingiusta a nominare un solo artista o “qualche”, insomma se iniziassi rischierei di trasformare questa intervista in un elenco delle pagine gialle.

Quello che conta è il metodo di assimilazione che a grandi linee si basa su due tipi di ricerca: la ricerca continua e quella specifica sul progetto. La ricerca continua si alimenta di quello che suscita il mio interesse soprattutto visivo, ma non mi serve nell’immediato, lavora nel mio subcoscio ed è pronto a emergere al momento del bisogno.

Recentemente hai realizzato l’artwork di Bestiario d’amore, l’ultimo EP di Vinicio Capossela. Ci racconti qualcosa in più di questo progetto?

È un progetto molto interessante perché sono stata incaricata da Vinicio non solo di progettare il cofanetto dell’EP, ma anche il libro illustrato dei testi delle canzoni al suo interno. Bestiario d’amore è liberamente ispirato all’omonima opera epistolare del 1252 di Richard de Fournival rivolta alla dama da lui amata di una passione non corrisposta, uno dei fondamentali testi sulla fenomenologia amorosa basata sulla similitudine zoologica. Ed era un testo illustrato dall’autore.  Io ne ho fatto una mia versione contemporanea, nell’intento di trasmettere un contenuto sempre valido aldilà delle epoche storiche.

Il senso di aver intrapreso questo viaggio insieme posso darvelo citando le parole di Vinicio stesso: “Nell’epoca in cui la musica è diventata immateriale … mi piaceva l’idea di andare controcorrente e fare un piccolo oggetto prezioso che sarà una sorta di libro illustrato che contiene anche un album musicale. Quindi i testi dei brani … e le illustrazioni che li accompagnano non sono solo un corollario, ma parte dell’opera”.

Cover di Bestiario d’Amore di Vinicio Capossela, uscito il 14 Febbraio 2020

Progetti per il futuro?

Una serie di performance live in tour europeo per il lancio della nuova linea di soft drinks “Seventeen” di cui ho curato l’immaginario illustrato a tema alchemico, che mi porterà nelle principali capitali. Si parte il 16 marzo a Lisbona, poi Madrid, Amsterdam, ecc. Il lancio di una capsule collection con Kristina Ti durante la Design Week, ma questo è ancora top secret. Una mostra personale a Roma a maggio…e soprattutto un bel viaggio a Lanzarote con la mia famiglia!

Un giovane illustratore/illustratrice da tenere d’occhio

Non faccio caso all’età anagrafica dei miei colleghi, ma se intendi qualcuno di molto bravo che merita di essere scoperto e seguito potrei dirti ad esempio il russo Oleg Buevskiy.

Un film, una canzone, merenda preferita

Potrei cambiare idea domani. Oggi ti dico, film: il colore del melograno, canzone: Ostia (the death of Pasolini), merenda: Franciacorta e pinchos.

Potete continuare a seguire Elisa qui:

elisaseitzinger.com/
instagram.com/elisaseitzinger/

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