exibart.talks presenta la nuova rubrica dedicata al mondo dellâillustrazione e del fumetto italiano. Ogni settimana sul nostro sito, unâintervista esclusiva. Lâappuntamento di oggi è con Elisa Seitzinger.
Ciao Elisa. Per prima cosa: comâè iniziato il tuo percorso come illustratrice e artista?
Da un viaggio in Sicilia, circa cinque anni fa. Durante quel viaggio sono stata profondamente colpita dallâiconografia cristiana, dalla visione delle martiri in estasi, dagli ex voto, dal miscuglio di religiositĂ e cultura popolare radicato in una terra cosĂŹ viva, magmatica e arsa dal sole, agli antipodi della mia terra dâorigine, la Val dâOssola. Il cattolicesimo in Italia, in particolare in certe regioni, come in alcuni Paesi latinoamericani, si pensi ad esempio al Messico, si avvicina molto al paganesimo attraverso il culto dei Santi. Forse ho sentito la necessitĂ di esprimere le mie radici culturali in questa epoca di globalizzazione, ma è stato tutto molto spontaneo, come se si fosse acceso un interruttore.
Comunque anche prima ero unâillustratrice, è sempre stata la professione che mi ha dato il pane. Quando ho iniziato il mio percorso autoriale, cinque anni fa, ho messo a fuoco cosa mâinteressava dire attraverso le immagini, ho incominciato una ricerca formale con delle regole, ho capito cosa e come mi piaceva disegnare, insomma ho imbastito un discorso piĂš strutturato sul mio linguaggio visivo.
Nei tuoi lavori ti ispiri al fantastico mondo dellâarte medievale sacra e cortese, alla pittura dei primitivi fiamminghi e italiani, alle icone russe e ai mosaici bizantini, ai tarocchi, allâiconografia esoterica. Hai anche pubblicato un mazzo di tarocchi per Sabat Magazine. PerchĂŠ questi riferimenti?
Forse per esclusione. Ciò che trovo affascinante nellâelenco di cose che mâispirano, che avete citato, è il quasi totale disinteresse della mimesi naturalistica e del concetto razionale. I simboli non sono mai morti, la magia neppure, dagli albori della civiltĂ umana e in qualsiasi cultura. A volte evolvono, ma rimangono pietre miliari dellâinconscio collettivo.
Chiedersi perchĂŠ lâumanitĂ ha bisogno di simboli equivale a indagare lâessenza dellâumanitĂ stessa. Si potrebbe iniziare a rispondere a questa domanda leggendo Jung. E infatti i tarocchi hanno trovato me, non viceversa e io non ho paura del mio lato oscuro e dellâambiguitĂ , per me è meglio rimanere sempre in contatto con questi aspetti. Penso che reprimerli sia controproducente e noioso.
Da un punto di vista tecnico, qual è il processo di realizzazione delle tue opere?
Parto sempre da una ricerca iconografica abbastanza approfondita, raramente improvviso, progetto sempre a matita, ripasso meticolosamente a china e coloro in digitale a tinte piatte.
Câè qualche artista contemporaneo o non, che in qualche modo ha suggestionato il tuo lavoro?
Tendo a ispirarmi a codici stilistici, piĂš che a singoli artisti. Ultimamente ho riscoperto la metafisica⌠a essere onesta temo di essere ingiusta a nominare un solo artista o âqualcheâ, insomma se iniziassi rischierei di trasformare questa intervista in un elenco delle pagine gialle.
Quello che conta è il metodo di assimilazione che a grandi linee si basa su due tipi di ricerca: la ricerca continua e quella specifica sul progetto. La ricerca continua si alimenta di quello che suscita il mio interesse soprattutto visivo, ma non mi serve nellâimmediato, lavora nel mio subcoscio ed è pronto a emergere al momento del bisogno.
Recentemente hai realizzato lâartwork di Bestiario dâamore, lâultimo EP di Vinicio Capossela. Ci racconti qualcosa in piĂš di questo progetto?
Ă un progetto molto interessante perchĂŠ sono stata incaricata da Vinicio non solo di progettare il cofanetto dellâEP, ma anche il libro illustrato dei testi delle canzoni al suo interno. Bestiario dâamore è liberamente ispirato allâomonima opera epistolare del 1252 di Richard de Fournival rivolta alla dama da lui amata di una passione non corrisposta, uno dei fondamentali testi sulla fenomenologia amorosa basata sulla similitudine zoologica. Ed era un testo illustrato dallâautore.  Io ne ho fatto una mia versione contemporanea, nellâintento di trasmettere un contenuto sempre valido aldilĂ delle epoche storiche.
Il senso di aver intrapreso questo viaggio insieme posso darvelo citando le parole di Vinicio stesso: âNellâepoca in cui la musica è diventata immateriale ⌠mi piaceva lâidea di andare controcorrente e fare un piccolo oggetto prezioso che sarĂ una sorta di libro illustrato che contiene anche un album musicale. Quindi i testi dei brani ⌠e le illustrazioni che li accompagnano non sono solo un corollario, ma parte dellâoperaâ.
Progetti per il futuro?
Una serie di performance live in tour europeo per il lancio della nuova linea di soft drinks âSeventeenâ di cui ho curato lâimmaginario illustrato a tema alchemico, che mi porterĂ nelle principali capitali. Si parte il 16 marzo a Lisbona, poi Madrid, Amsterdam, ecc. Il lancio di una capsule collection con Kristina Ti durante la Design Week, ma questo è ancora top secret. Una mostra personale a Roma a maggioâŚe soprattutto un bel viaggio a Lanzarote con la mia famiglia!
Un giovane illustratore/illustratrice da tenere dâocchio
Non faccio caso allâetĂ anagrafica dei miei colleghi, ma se intendi qualcuno di molto bravo che merita di essere scoperto e seguito potrei dirti ad esempio il russo Oleg Buevskiy.
Un film, una canzone, merenda preferita
Potrei cambiare idea domani. Oggi ti dico, film: il colore del melograno, canzone: Ostia (the death of Pasolini), merenda: Franciacorta e pinchos.
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