exibart.talks presenta la nuova rubrica dedicata al mondo dell’illustrazione e del fumetto italiano. Ogni settimana sul nostro sito, un’intervista esclusiva. L’appuntamento di oggi è con Massimiliano di Lauro.
Ciao Massimiliano. Per prima cosa: com’è iniziato il tuo percorso come illustratore?
«Ciao! Tutto è iniziato un po’ per caso: dopo la laurea in design ero un po’ annoiato e avevo voglia di ricominciare a disegnare, staccarmi dal pc. Un giorno sono entrato casualmente in una libreria per bambini e ho pensato che l’oggetto libro, specialmente quello per bambini, potesse essere perfetto dato che coniuga la libertà espressiva dell’illustrazione alla progettazione che il libro si porta dietro. Mi sono messo a studiare, a leggere, a guardare, sono andato in fiera a Bologna e ho ottenuto il mio primo contratto. Dopodichè mi sono avvicinato anche all’illustrazione editoriale, ai magazine, alle autoproduzioni e infine all’animazione. Praticamente sono tornato a dipendere dal pc (dato che ultimamente non riesco a disegnare granché su carta) ma mi diverto molto».
Che cosa ispira i tuoi lavori?
«Praticamente tutto, dai film che guardo alla gente che incontro per strada, la musica, il lavoro degli altri e degli artisti che mi piacciono. Nei miei lavori ci finisce di tutto e non sempre è facile per me capire cosa innesca i miei vari cambiamenti. A volte sono casualità, a volte necessità che emergono dal progetto che sto affrontando, altre volte si lavora in team e ci si mescola, ci si influenza a vicenda. Ogni tanto mi capita di rivedere nei miei lavori alcuni elementi di ciò che mi piaceva disegnare da bambino come le cornici delle figurine dei calciatori, le decorazioni e i dipinti cretesi che ricopiavo dai libri di mio fratello, i santini che trovavo in giro per casa».
Da un punto di vista tecnico, qual è il processo di realizzazione delle tue opere?
«La tipologia di illustrazione da realizzare influenza molto il processo. Diciamo però che è possibile individuare una sorta di schema. Come ho detto prima, mi piace cambiare, provare sempre nuove soluzioni, divertirmi, uscire per quanto possibile dalla mia zona di conforto. Inizio subito facendo ricerca, è fondamentale per me guardare cosa è stato fatto nello stesso ambito, tipologie di lavori simili, ma anche guardare cose in generale, film, documentari, qualsiasi cosa possa in qualche modo essere connessa al progetto a cui devo lavorare. Questa è la fase più lunga del mio lavoro, quella in cui si genera l’idea. Dopodiché inizio a fare degli schizzi su un quadernetto, inizio a provare la composizione, schizzo i soggetti, faccio delle prove per scegliere con che tecnica realizzare l’illustrazione, scelgo la palette che in generale è molto ristretta. I miei schizzi sono sempre molto approssimativi. preferisco non avere perfettamente chiaro che cosa sarà il lavoro finale, cerco di “autosorprendermi” , è un piccolo espediente per vincere la noia. Infine realizzo l’illustrazione finale e qualche volta questa è la parte che dura meno».
C’è qualche artista contemporaneo o non, che in qualche modo ha suggestionato il tuo lavoro?
«Mi sono sempre piaciuti molto Francis Bacon, Franz Kline, Giorgio De Chirico, Piero Della Francesca, le decorazioni dei vasi greci e cretesi, i bassorilievi delle chiese romaniche. Mi piacciono in generale le immagini statiche, chiare, semplici da leggere ma con una certa forza».
Di recente hai raccontato le città della Puglia negli orci d’olio d’oliva di Piazzapuglia. Ci racconti qualcosa in più di questa iniziativa? Progetti per il futuro?
«Il progetto per Piazzapuglia nasce da una collaborazione con lo studio artefatti ad&p. Dovevo raccontare sugli orci alcune città e zone pugliesi e allora ho scelto disegnare gli elementi che le caratterizzano. Una narrazione semplice e di facile lettura, una sorta di elenco disegnato, rinunciando a prospettiva e proporzioni tra gli oggetti. Ho scelto alcuni elementi architettonici contemporanei e dell’antichità, elementi naturali tipici, del folklore, della simbologia tradizionale ma anche della vita quotidiana. Il tutto con tre colori, che si rifanno a quelli degli stemmi delle città e delle province.
Al momento lavoro a un libro per bambini con l’editore fatatrac, ne inizierò poi un altro per edizioni corsare. Inoltre ho quasi terminato un progetto che dura da un anno circa a cui tengo tantissimo e ho dedicato tutto me stesso, ovvero un teaser di un minuto di un lungometraggio animato a cui ho lavorato con lo studio romano La Testuggine, con cui collaboro ormai da qualche anno. Io mi sono occupato del character design e della direzione artistica in generale. Abbiamo messo su un gran bel team. Adesso la speranza è di riuscire a realizzare il nostro film».
Un giovane illustratore/illustratrice da tenere d’occhio
«Mi piace un sacco Genie Espinosa».
Un film, una canzone, merenda preferita
«Synedoche, new york di Kaufman, visto di recente, bellissimo.
ça va di Germanò, è un bel pezzo e poi ho realizzato io la cover.
In questo periodo la mia merenda è una mela, meglio se fuji ma adoro anche albicocche, fioroni, melone ma per mangiarli dovrò aspettare qualche mese».
Potete continuare a seguire Massimiliano qui:
@massimilianodilauro
behance.net/massimilianodilauro
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