âGoing, Going, Gone!â Ăš il primo gioco da tavolo illustrato da Simon Landrein per la casa editrice Laurence King ed Ăš un modo divertente per imparare le regole delle aste. Trentasei carte illustrate, sei personaggi tra cui poter scegliere per diventare un collezionista che gira il mondo. âGoing, Going, Gone!â trasforma il circuito del mercato dellâarte in un monopoli per ottenere le opere piĂč preziose. I giocatori si muovono attorno a un tabellone di case dâaste e fiere sparse nelle cittĂ di tutto il mondo.
«Volevo un gioco che riguardasse lâarte e ricordasse vagamente il Monopoli, relativo ai capolavori di un museo e ai loro prezzi folli, e al mondo dei collezionisti dâarte di alto livello», spiega Landrein. Per lo sviluppo del gioco, il vice direttore del progetto Marc Valli ha chiesto lâaiuto dello storico dellâarte Donald Dinwiddie.
Alcune caratteristiche del gioco sono meno realistiche â come i musei che offrono ai collezionisti a corto di denaro decine di milioni di dollari in prestiti -, ma altre sembrano fedeli alle attuali forze del mercato dellâarte. Si tiene in conto la pratica della casa dâaste di fissare un prezzo di riserva o il prezzo minimo al quale un lotto puĂČ essere venduto durante unâasta. Proprio come gli specialisti di Christieâs e Sothebyâs, Dinwiddie e i suoi colleghi hanno dovuto trovare delle strategie per incoraggiare i giocatori a fare offerte, al fine di garantire non solo unâasta di successo.
Per rendere piĂč dinamico il gioco, Dinwiddie ha pensato di rendere protagoniste opere completamente inventate ma verosimili, che avrebbero potuto essere capolavori perduti di celebri artisti. Lo storico ha creato un vero e proprio museo di opere dâarte immaginarie, basato su tutti i tipi di teorie e complotti possibili, come per quelli che sostengono che la Gioconda, in realtĂ , sia un autoritratto.
Nel gioco, infatti, si possono fare offerte sul ritratto di Lady Gaga realizzato da Andy Warhol, su The Uncontrollable Giggle di Edvard Munch o su unâirriverente scultura equestre di Jeff Koons.
«CiĂČ che adoro Ăš che puoi credere che si tratti di informazioni elegantemente scritte su opere dâarte fino allâultima frase. Solo allora fai un passo in dietro e improvvisamente capisci che Ăš una parodia», spiega Marc Valli. «à stato divertente ma anche una sfida, Ăš difficile disegnare un Monet con una linea pulita, quindi ho dovuto trovare alcuni trucchi lungo la strada», ha spiegato Landrein.
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