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Il senso della scienza, in un fumetto: viaggio tra le pagine di Loops
Fumetti e illustrazione
Cosa succede quando amore, fisica, arte e illustrazione si incontrano? La risposta è Loops, il nuovo fumetto edito da Bao Publishing. Una storia illustrata da Elisa Macellari, ambientata nel sud-est asiatico che racconta un dialogo tra Luca Pozzi e il celebre scienziato Carlo Rovelli. Se pensate che comprendere la scienza sia complicato, questo graphic novel non vi costringerà a capirla ma a condurvi verso una nuova consapevolezza. Abbiamo intervistato gli autori del fumetto, per addentrarci con loro nella giungla di caos e interconnessioni che dominano il nostro universo.
Ciao Luca ed Elisa. Raccontateci com’è nata l’idea di dedicare un fumetto ad una figura come Carlo Rovelli. Perché avete scelto di ambientarla nella giungla del sud-est asiatico?
«È accaduto lentamente in maniera del tutto organica, incastrando i pezzi di un puzzle che poco alla volta ci appariva sempre più inevitabile nell’arco dei sedici anni passati insieme come coppia. Luca è da sempre appassionato di fisica e ricordo quando ha scritto a Rovelli per la prima volta nel 2010. Poi è andato a Marsiglia a trovarlo e da lì siamo finiti a fare un giro per le università di fisica negli Stati Uniti e in Canada, poi in Germania e così via, tra mostre, talk e seminari. Non avevamo ancora in mente di fare un graphic novel insieme ma qualcosa è sempre stato nell’aria e la figura di Rovelli sempre centrale. Nelle nostre passeggiate serali io parlavo della mia giungla, delle mie radici thailandesi, della mia voglia di raccontare la storia della mia famiglia, mentre Luca mi confidava le sfide immaginative della scienza che nutrivano la sua ricerca artistica. Nel corso degli anni siamo stati molte volte nel sud est asiatico, il momento del viaggio è il migliore per raccontarsi sogni e desideri e vedere le cose con maggiore chiarezza. E così la giungla, come lo è stato per noi, è diventata lo sfondo indispensabile anche per “LOOPS”, un racconto interdisciplinare sull’origine dello spazio e del tempo ambientato in uno degli ecosistemi più incontaminati del pianeta».
Elisa, come hai vissuto l’esperienza di dare forma a questo progetto? In “Loops” avete unito temi come amore, scienza, illustrazione e arte. Come è stato unire tutto questo nel vostro graphic novel.
«Non è stato sempre facile, il processo ha richiesto tanto ascolto, pazienza e periodi di silenzio. I temi erano scientifici, ma famigliari, li avevo ascoltati molte volte dalle riflessioni di Luca che quando ne parla si emoziona ogni volta come un bambino. Non si è trattato di dare vita a una riflessione sulla scienza, ma piuttosto cercare di immaginare insieme quello che Luca cercava di vedere. È stato un modo per capirsi e accettarsi, partecipare allo stesso mondo per sentirsi meno soli. Poi io mi occupo di illustrazione, Luca di arte, la scienza è il linguaggio dei fenomeni che rendono possibile tutto quello che ci circonda, mentre l’amore è quello che ci ha unito. Il risultato è un graphic novel ma allo stesso tempo è qualcosa di diverso, è una prospettiva da cui osservare il nostro passato e il presente per sbirciare un po’ anche il futuro».
Luca, raccontaci da dove nasce la tua passione per la fisica. Quale ruolo ha la scienza nell’arte oggi e quale ruolo speri abbia la scienza nell’arte nel futuro?
«La passione per la fisica è nata dalla voglia di capire e fare opere d’arte. Mi ricordo una lezione in Accademia di Jole de Sanna sul Caravaggio: stavamo analizzando un pezzo di pane dipinto nella famosa Cena in Emmaus e lei ci diceva: “Vedete quella luce? Vedete la texture di quella superficie di pane? Ecco senza i diari sulle fasi lunari di Galileo Galilei, Caravaggio non avrebbe mai potuto rappresentarla in quel modo. Quel pezzo di pane, al tempo stesso, non è solo un pezzo di pane, è anche un pezzo di luna”. Lo stesso accade oggi, ogni oggetto reinterpretato alla luce di una nuova consapevolezza scientifica può essere un’occasione per vedere noi stessi in un conteso più vasto. La relazione tra arte e scienza credo sia forte per questo motivo, permette di metterci in connessione con cose che non vediamo, ma che sono parte di noi, e questo trasforma letteralmente tutto in un istante. Per Galileo l’invenzione del cannocchiale espandeva i limiti del suo giardino al sistema solare, oggi la gravità quantistica, lo studio del big-bang, dei buchi neri e della materia oscura, ci teletrasporta all’origine quantistica del campo gravitazionale… piuttosto vertiginoso. “LOOPS” non è soltanto un graphic novel, per me è un pezzo di pane visto con gli occhi della gravità quantistica a loop di Carlo Rovelli».
Come vorreste che fosse letto questo fumetto? A quale riflessione vorreste condurre il lettore?
«Principalmente comodi, possibilmente sdraiati su un’amaca, immaginando di essere qualcun altro. Vostro figlio, vostro padre, vostra zia, un amico che non vedete da diversi anni, una persona che incontrerete solo il mese prossimo. La riflessione finale, qualunque essa sia, ci piacerebbe partisse da un senso di avventurosa libertà, come chi inizia un inter-rail o un rocambolesco auto-stop alla Pechino Express. Sogniamo un lettore consapevole del fatto di avere solo una certa dose di controllo sul corso degli eventi e che il caos e il disordine rappresentino una fase intermedia preziosa e indispensabile per la rinascita. In definitiva ogni micro o macro evento fa parte dello stesso ecosistema da cui non si può trarre nutrimento senza poi offrirlo e viceversa».