Un tempo che sembra ormai distante, attraversato da femmes fatales e avventurieri eppure così reale, vivido e tutto da sfogliare: è il mondo di Milton Caniff, il Rembrandt del fumetto, uno degli autori più influenti nel settore della letteratura disegnata che, con le sue storie popolate di personaggi realistici e moderni, influenzò anche il nostro Hugo Pratt, oltre a maestri come Frank Miller e José Antonio Muñoz. Nato nel 1907 a Hillsboro, in Ohio, scomparso nel 1988 e ancora oggi ricordato per le sue eccezionali doti narrative, Milton Caniff sarà il protagonista di “Masters of black and white”, la nuova mostra visitabile, dal 15 dicembre 2020 al 24 gennaio 2021, al PAFF! – Palazzo Arti Fumetto Friuli di Pordenone, la prima istituzione culturale in Italia a promuovere la divulgazione dell’arte del fumetto, fondata nel 2018 da Giulio De Vita.
E per celebrare i primi due anni di apertura, anche in questo momento così drammatico, non poteva esserci occasione migliore che ricordare un grande maestro non solo “in sede”, negli spazi espositivi della storica Villa Galvani, ma anche attraverso un percorso di visita online, a 360 gradi e in alta definizione.
«La mostra su Milton Caniff inaugura la serie di esposizioni dedicate ai maestri della storia del fumetto mondiale “Masters of Black and White” che porta per la prima volta in Italia tavole di grande valore e si integra nel progetto di creazione della collezione permanente sulla narrazione per immagini del Palazzo del Fumetto di Pordenone», ha affermato De Vita, direttore artistico e fondatore del PAFF!. «Attraverso la visione delle strisce la mostra esplora i contesti sociali, culturali e storici nei quali queste sono state create, creando delle “finestre” su altre discipline artistiche, che hanno influenzato il lavoro dell’artista».
Oltre a essere l’occasione per conoscere un grande illustratore, autore di strisce memorabili, quali Terry and the Pirates e Steve Canyon, infatti, l’esposizione dà modo di avvicinarsi a un periodo carico di suggestioni e di cambiamenti, quale quello compreso tra la Prima e la Seconda Guerra Mondiale, esplorando diversi campi della cultura e della creatività, dal cinema alla moda, fino alla musica. 61 le tavole di Milton Caniff che saranno esposte al PAFF! e daranno l’opportunità di avvicinarsi ai tempi in cui l’autore visse, fornendo una chiave di lettura critica e partecipata della società.
Il grande autore di comics è stato sempre impegnato in una rappresentazione attenta e minuziosa del mondo che lo circondava, a partire dagli abiti e dalle acconciature delle protagoniste femminili, per le quali Caniff si ispirava alle pagine di Vogue, fino all’uso di inquadrature cinematografiche dal basso, citando apertamente la cifra stilistica di registi rivoluzionari del suo tempo, quali Orson Welles e Alfred Hitchcock.
«Difficile se non impossibile sottrarsi al fascino di Milton Caniff, specie quando costeggia l’immaginario di giganti come Alfred Hitchcock e Orson Welles, aggiungendovi la dose di creatività, originalità e personalità che ne hanno fatto uno dei maestri della sua arte», ha spiegato Giorgio Gosetti, Direttore Casa del Cinema. «La chiave interpretativa che mi sento di proporre al visitatore della mostra è quella dell’iconicità dei personaggi. Caniff lavora sul tema del mito, restituendo ad ogni “carattere” una dimensione che supera l’umano e ne fa un modello di genere. Non è solo il “punto di vista” che lo rende unico, ma la sua capacità di comprendere in anticipo le figure, il tratto, le mode, le gestualità che diventano iconiche. Fino ad anticiparle – fissandole nelle sue tavole – per trasformarle in punti di riferimento, esempi di comportamento. Per tutti questi motivi la mostra del PAFF non è soltanto un prezioso recupero storico, ma un attualissimo specchio della mitologia americana (e per questo globale) del XX secolo», ha continuato Gosetti.
Le preziose tavole, provenienti dalla Galleria 9éme Art di Parigi, sono affiancate da contenuti di approfondimento a cura di Luca Raffaelli, con appendici tematiche multimediali su ambiti trasversali come il cinema, la musica e la moda.
La mostra è realizzata con il sostegno della Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia e del Comune di Pordenone. L’esposizione è creata in collaborazione con la Galleria 9éme art di Parigi e con gli interventi tematici del Museo della Moda e delle Arti Applicate di Gorizia.
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