POPPAYE: intervista fumettistica a Giuseppe Stornello

L’artista Giuseppe Stornello si è recentemente imbarcato nel suo primo progetto di curatela esponendo le opere di Braccio di Ferro, icona del mondo dei fumetti. La mostra, “POPPAYE”, ha inaugurato il 24 giugno presso Associazione Zona Blu, Milano.

POPPAYE è un progetto che sfida l’attuale sistema dei valori e le istituzioni. Qui Stornello spinge ancora una volta agli estremi i confini della sua estetica accogliendo i visitatori in un mondo fantastico, ma reso distorto e dissacrante dall’accostamento della realtà cangiante da cui proviene l’artista, Braccio di Ferro, a un contesto diversamente underground.

In linea con il progetto, ecco una chiacchierata con Giuseppe Stornello in pieno stile fumettistico.

COSA TI HA AFFASCINATO DEL MONDO FANTASTICO DELL’ARTISTA AL QUALE HAI DECISO DI DEDICARE IL TUO PRIMO PROGETTO DI CURATELA?

«MA SEI SICURA CHE L’ARTISTA ESISTE DAVVERO?».

NON SAPREI.
PARLANDO DELLA MOSTRA, NELLA SALA ESPOSITIVA È PRESENTE UNA SERIE DI TELE CHE RIMANDANO ALLA CULTURA POPOLARE, IN PARTICOLARE VORREI SOFFERMARMI SUL FUMETTO DI DYLAN DOG “IL SONNO DELLA RAGIONE”, SUL QUALE L’ARTISTA È INTERVENUTO, ME NE PARLERESTI?

«QUEL DYLAN DOG DICI? CREDO SIA STATO GENIALE CONTINUARE “IL SONNO DELLA RAGIONE” CON LA FIGURA DI UN FANTASMA, COME SE DICESSE CHE IL SONNO DELLA RAGIONE GENERA FANTASMI, NON MOSTRI. SE CI PENSI, CHE DIAVOLO È UN FANTASMA? ANCHE SE ESISTESSE, NON ESISTEREBBE COMUNQUE».

HAI IN CANTIERE ALTRI PROGETTI CHE VORRESTI PRESENTARE NELLE VESTI DI CURATORE, PIÙ CHE IN QUELLE DI ARTISTA?

«IO DI NUOVO CURATORE? PER CARITÀ! SE GLI ARTISTI SI METTESSERO A CURARE TUTTE LE MOSTRE AVREBBE ANCORA UN SENSO LA FIGURA DEL CURATORE?».

ALLORA PERCHÉ TI SEI DICHIARATO IL CURATORE DI QUESTA MOSTRA PRESSO ZONA BLU, DICENDO CHE BRACCIO DI FERRO ERA L’ARTISTA?

«PERCHÉ LUI È IL MAESTRO».

QUINDI ESISTE?!

«MA NO, PER CHI MI HAI PRESO? PIUTTOSTO, PERCHÉ NON ESISTE?».

TORNANDO A POPPAYE DUNQUE, MOLTE DELLE OPERE CHE CITAVO PRIMA SONO STAMPATE SU TELA O ALLUMINIO, COSA PENSI DI QUESTO APPROCCIO DEL “FAR FARE AGLI ALTRI”?

«TROVO L’APPROCCIO DEL MAESTRO MOLTO CONTEMPORANEO, AL PASSO CON I TEMPI».

IL TUO PERCORSO PARE UN CONTINUO CAMMINO VERSO LA LIBERAZIONE: PRIMA DAL TUO AMBIENTE, POI DALL’ACCADEMIA DI BELLE ARTI, DOPO DALL’ARTE IN GENERALE, E ORA ANCHE DALLA FIGURA DELL’ARTISTA, PERCHÉ?

«DA QUANDO GLI UMANI NON MUOIONO PIÙ NELLE GUERRE, GLI ARTISTI NON MUOIONO PIÙ PER L’ARTE, MA RESTANO COSTRETTI A FARSI UNA DOCCIA PER TOGLIERSI IL TRUCCO E I PIDOCCHI DI DOSSO».

C’È CHI DICE CHE LA TUA OPERA E QUESTA MOSTRA POTREBBERO NON ESISTERE, INOLTRE, NELLA BIOGRAFIA SUL TUO SITO C’È SCRITTO CHE SEI UN PERSONAGGIO IMMAGINARIO. QUINDI CON CHI STO PARLANDO ADESSO?

«CON UN RAGAZZO CHE HO RECLUTATO PER ESSERE ME».

DIVERTENTE QUESTA TUA DICHIARATA NON IDENTITÀ ARTISTICA.

«NON CREDO NELL’IDENTITÀ, FIGURIAMOCI NELL’IDENTITÀ DELL’ARTISTA, È UN ESSERE UMANO COME UN ALTRO. LA SUA ATTIVITÀ CONSISTE NEL FARE DELLE COSE PER PASSARE IL TEMPO E SFUGGIRE ALLA NOIA, BISOGNA PUR SOPRAVVIVERE».

MA IL VERO GIUSEPPE STORNELLO È UOMO O DONNA?

«NON TE LO DICO».

FORSE NON LO SAI NEMMENO TU!
INSOMMA, HAI SCELTO DI DICHIARARTI UN PERSONAGGIO IMMAGINARIO E MULTIFORME CHE SI TRAVESTE PER OGNI SUA MOSTRA COME SEGNO DI ROTTURA, COME MAI?

«QUESTA ROTTURA È MOTIVATA DA MOLTE COSE. PRIMA DI TUTTO IL RAPPORTO QUOTIDIANO CON GLI ARTISTI, IL FATTO DI VIVERE E PARLARE CON LORO MI INFASTIDIVA MOLTO! MI SONO DOVUTO RICREDERE SU MOLTI DI LORO, CHE RITENEVO LIBERI, ORA, PER SOPRAVVIVERE, SONO TUTTI COSTRETTI AD ALTRI LAVORI O A FARE LE MOSTRE PER GLI ALTRI. MI IMPIEGAI ANCHE IO COME INSEGNANTE. NON SI È TRATTATO DI UN ABBANDONO, MA DI UNA RINUNCIA DEL TRADIZIONALE MEZZO D’ESPRESSIONE. ALLA FINE INSEGNARE È SOLO UN ALTRO MODO PER ESPRIMERSI».

QUINDI PRIMA HAI INVENTATO UNA TUA FIGURA, E ADESSO CREDI DI ESSERE BRACCIO DI FERRO, TI DEFINIRESTI UN ARTISTA POP?

«IL TERMINE POP ART IN ITALIA È MOLTO CONOSCIUTO, FORSE PERCHÉ RICORDA NOMI PROPRI COME PINO, PEPPINO, PEPPUZZO, ECC… PER QUESTO VIENE USATO STUPIDAMENTE PER ETICHETTARE CIÒ CHE NON SI CONOSCE E CHE È MOLTO COLORATO».

A UN CERTO PUNTO DELLA TUA RICERCA ENTRA LA PITTURA, CON PENNELLATE SENSUALI E TRIBALI. CHE SIGNIFICATO HANNO PER TE?

«È UN MODO DI VIVERE. LA PITTURA NON PUÒ PIÙ ESSERE COSA SERIA. NON ESISTE PIù NULLA che possa ESSERE PRESO SUL SERIO. IL SESSO STA ALLA BASE DI TUTTO, MA NON SE NE PARLA MAI ABBASTANZA per ALCUNE IMPOSIZIONI culturali. TUTTA LA MIA OPERA è intrisa di EROTISMO».

DA DOVE TRAI DUNQUE LA TUA ISPIRAZIONE?

«DAGLI ESSERI UMANI E DALLA SOCIETÀ. È TUTTO UN FUOCO DI ARTIFICIO FATTO DI FROTTOLE, MENZOGNE, FINZIONE, IPOCRISIA, CATTIVERIA E APPARENZA. E IO MI DIVERTO IN TUTTO QUESTO».

MA DA COSA PARTI PER FORMALIZZARE LE TUE OPERE?

«CREDO NELLA POTENZA CREATRICE DELLA FANTASIA, ACCOMPAGNATA DA UNA SANA DOSE DI HUMOR COLORATO».

INFINE TI CHIEDO: QUANDO AVVERRÀ LA TUA PROSSIMA APPARIZIONE

«PER ADESSO C’É LA PIPA A INDICARE LA MIA IDENTITÀ».