La mostra presenta alcune opere di grandi dimensioni e una trentina di formato molto ridotto. Le grandi hanno un’impostazione iconografica complessa, mentre i lavori piccoli, che non sono la riduzione in scala dei primi, sono pensati e realizzati per la dimensione in quanto tale.
Il prevalere della componente narrativa dei lavori grandi si trasforma in una maggiore ricerca estetica per l’uso del colore e di quelle zone tra la forma ed il segno che possono, con la loro libertà , far nascere una risposta emozionale nello spettatore. Il dato che accomuna gli uni agli altri, nella evidente diversità visiva, è che tutti sono il risultato di un percorso creativo attorno ad un elemento casuale che può essere esterno al lavoro oppure insito in esso. Soprattutto i piccoli, che possono sembrare un divertimento, alludono allo scivolare della società verso un nichilismo senza drammi.
L’arte non è necessariamente subordinata a grandi intenti; essa, a volte, si pone in una posizione meno strutturata, accettando l’indeterminatezza che la civiltà sta vivendo.
Nulla di tragico, è affascinante tuffarsi nel flusso dei cambiamenti e sottrarsi al pessimismo conformista.
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