Non si può fare a meno di rimanere coinvolti dalle opere di Eliseo Mattiacci ospitate allo Studio Casoli, lavori di ampio respiro che occupano interamente le tre sale della galleria milanese.
Formatosi a Roma negli anni ’60 nel grembo dell’arte Povera – momento fondamentale per l’arte italiana contemporanea – la ricerca artistica di Mattiacci si evolve seguendo un percorso del tutto personale.
I tre lavori presentati sono l’emblema della produzione dell’ultimo decennio.
Mentre nel primo ambiente si è accolti da un grande magnete sospeso sopra una catasta di tondini di ferro, dalla quale la calamita attira a se parte di essi, nell’ultima stanza un grande disco di ferro sta in equilibrio tra due enormi travi.
Ci si trova davanti ad attimi di sospensione, di non-azione, dove forze opposte raggiungono un fragile punto di equilibrio e nei quali si avverte un’energia potenziale pronta ad innescare processi dinamici irreversibili.
In questo risiede la grandezza dell’opera di Mattiacci; l’artista diventa creatore di uno spazio nel quale i corpi sono capaci di nuovi equilibri, neutralizza e ridimensiona le proprietà di resistenza, di gravità e il peso tangibile dei materiali ferrosi che compongono i suoi lavori.
Le opere prendono forma nel gesto leggero dell’artista che sapientemente sottrae peso alle masse corporee, annullando l’ostentata fisicità dei materiali usati.
Come già preannuncia il titolo – “Dentro il cosmo” – i lavori si aprono allo sguardo dello spettatore, introducendolo all’interno di un universo sospeso in cui regna una silenziosa armonia cosmica.
E’ questa la sensazione che si prova guardando il lavoro allestito nella seconda sala, il cui pavimento è interamente ricoperto da un cerchio composto da tonnellate di pallini di piombo e sul quale sono poste tre sfere di alluminio.
Mattiacci indaga le leggi di una natura in perenne trasformazione, per riproporle all’interno del suo lavoro; una ricerca che mira ad andare in profondità per portare alla luce le dinamiche invisibili, micro e macroscopiche, di una materia in continuo movimento, raggiungendo così quell’armonia che ordina l’intero universo e che dà forma alle sue opere.
L’artista ricerca ed esalta le forze intrinseche della materia, senza perdersi nella sensualità o nel compiacimento di una forma o di un materiale, dando vita ad opere di fronte alle quali quasi si trattiene il fiato per paura di rompere la magica sospensione di equilibri precari e la miracolosa armonia creta da rapporti al limite del possibile.
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molto bella la seconda sala le altre due danno proprio la sensazione di un equilibrio precario. Mi piacerebbe sapere che studi a fatto prima di deticarsi all'arte.Sarà anche un ingeniere meccanico????