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Si potrebbe dire che l’elemento ambiguo, imprevisto, quasi ai confini nel non-sense è ciò che caratterizza l’opera del giovane artista veneto Simone Lucietti alla sua seconda apparizione negli spazi della galleria 2RC.
Già nella precedente personale, le targhette del pericolo di morte spuntavano da morbide superfici di peluche e borchie di alluminio, suscitando nel disorientato spettatore una sensazione di “avvertimento del contrario”.
In Eeire- questo il titolo della mostra in corso alla 2RC e curata dal critico Gianluca Marziani- l’artista sembra voler accentuare ancora di più l’ambiguità degli opposti, giocando sui contrasti e le ambivalenze.
Elementi innocui come peluche dalle tinte accesissime sono accostati questa volta a grandi spine – chiari simboli di pericolo – di legno, che sembrano emergere quasi “totemiche” dai quadri morbidi e colorati. Al profondo lato concettuale si unisce anche un forte recupero della manualità, del cosiddetto “fare arte”, basti pensare alla lavorazione dei legni che avviene nell’atelier dell’artista presso la Fondazione Bevilacqua La Masa.
Simili a dei giocattoli, le opere di Lucietti attraggono e respingono allo stesso tempo: la morbidezza dei tessuti, i colori ammiccanti, inducono l’osservatore a toccare, accarezzare, e soddisfare per un momento l’inguaribile desiderio del possesso. Desiderio che però rimane castrato sul nascere, a causa della presenza delle forme spinose, dure, che alludono a sensazioni opposte, di violenza e dolore.
I suoi lavori possiedono il dettaglio che destabilizza, l’elemento che stona e che ne impedisce la tranquilla fruizione.
Nei piccoli e grandi giocattoli che emergono dalle pareti, impregnati di uno strano senso ludico, si potrebbe quasi trovare la lezione di Pascali, delle sue finte armi, dei suoi ragni e bruchi di setola.
A differenza dell’artista pugliese però, Lucietti aggiunge alle sue opere una carica di vera aggressività, invadendo lo spazio con i suoi spuntoni acuminati, pungendo (per finta?) l’ignaro e divertito osservatore.
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L’arte contemporanea è solo un feticcio?
P. C.
Mostra visitata il 29.III.2001
Simone Lucietti “Eeire”
Galleria 2RC
Via delle Mantellate 15/a
0065 Roma
tel./fax 06.6868878
e-mail 2rc@pronet.it
orario 16-19.00, chiuso domenica
ingresso libero
[exibart]
Eccellenti suggestioni primordiali, morbide, graffianti, calde!
Io non posso evitare di vedere le opere di Simone come delle piante carnivore. Ti ammaliano, ti attirano irresistibilmente con i loro colori e la loro morbidezza, ma poi…
Il lavoro di Lucietti è bello com’é buona la grappa di Bassano; quanto ti invitano quelli ad avvicinarti tanto questa a berla. Attenti a non esagerare.
Mi sembra un pò retrò! Voglio dire: I lavori sono molto belli però non vedo come possa arrivare in territori non ancora esplorati! Naturalmente parlo di arte come ricerca. Credo che sia inutile citare nomi che si sono già rivolti verso questo tipo di esplorazioni.
Ciao, fate comunque un buon lavoro di informazione.
Simone? si è piuttosto bravo e convincente. La cosa che più mi preme ribadire è il fatto che forse la ricerca professata in questa modalità trova poco sfogo, o margine di miglioramento. Niente da dire sull’impatto estetico e sulla forza delle opere, però a mio avviso è troppo semplicistico il dipanarsi di una possibile “storia” raccontata con le sue opere. Non sto mettendo in dubbio le qualità di Lucietti, che tra l’altro ho avuto modo di apprezzare, ma cerco di capire dove mira il tutto. Ok l’impatto giocoso, bene il contrasto crudeltà e pericolo VS morbidezza e serenità…ma poi? Se qualcuno mi sa dare degli spunti di riflessione diversi o perlomeno più lungimiranti, sono qui. Complimenti per il sito.
Allora non sono il solo a pensarla in questo modo! ciao
Boh! A me non dicon più di tanto. Mi sembrano cose già viste e comunque non di questi tempi o di tempi futuri! Capisco l’ambiguità del gioco, morbidi e pericolosi…ma così sadomaso!Mah, qual’è il loro vero contenuto? Cosa aggiungono di più alla conoscenza umana?
città immaginarie fatte di spine lignee acuminate
Credo che Lucietti abbia avuto delle buone intuizioni. I suoi lavori mi divertono, soprattutto per come si pongono nei confronti dello spazio. La sua ricerca é appena iniziata, aspetto dunque di vederne i progressi..un saluto.
Ma la vera arte non è fatta per divertire o per….occupare degli spazi!
Cristina, l’arte deve porre domande, non dare risposte. Il lavoro di Lucietti si muove nell’ambito del materico, percorrendo una strada che, a mio avviso, non era stata intravista. Ha ragione P.C. proponendosi di aspettare. Non credo resterà deluso.
Sempre a cristina dico che se per “questi tempi” intendi il “digitale” (non le tecnologie in arte), per me, è già morto e sepolto. Penso che a far da padrona oggi sia tornata la pittura (dagli Usa non arriva altro). Non dico che sia bene o male, amo pure artisti che lavorano con le nuove tecnologie. Comunque l’arte è una forma nello spazio, che non deve rendere conto di niente a nessuno e vive di vita propria.
E lo dico anche al fantomatico Mha! che dice di averlo già potuto apprezzare (in quale occasione?). Il suoi lavori possono avere più piani di lettura: da quello ludico-giocoso di Pee (quello giallo in foto) a quello più intimo e personale come “Meaning of life”, scrigni di legno combusto che contengono un oggetto per lui significante del senso della vita, e comunque non tutti qui esplicabili.
Sono forme nate per trasformare gli impulsi in evidenza fisica.
ciao lux, il gioco é fatto!!!
Abbattere nuovi obbiettivi !!!
Complimenti di cuore per L’INTERESSANTISSIMA mostra personale alla 2rc di Roma,
IN FEDE
g&g
g&g…. poverini i nuovi obbbbbbiettivi.
Lasciali vivere un pò prima di abbatterli.
Biz
Cara Liz O Biz gli obbbbiettivi vivono giusto il tempo per essere abbattuti !!!
per i poverini e’tutto relativo.
g&g
Cara Liz o Biz gli obbbbbiettivi vivono giusto il tempo per essere abbattuti!!!
Per i poverini e’ tutto abbbbastanza RELATIVO.
CIAO LIZ
molte che cose piacevoli possono nascondere gravi pericoli: piante coloratissime e invitanti attraggono insetti per divorarli; oppure, visto che si accenna ai giocattoli viene in mente l’imbonitore che dolce fino alla nausea attira i bambini verso il Paese dei Balocchi per poi trasformarli in “ciuchini”. Viste sul video le immagini delle opere di Licietti ricordano gli arredi dei telefilm di fantascienza anni ’70 (Spazio 1999 per esempio). Una cosa: a quali obiettivi da abbatere si riferiscono o si riferisce g&g?
Bravo Lucietti!