Si potrebbe dire che l’elemento ambiguo, imprevisto, quasi ai confini nel non-sense è ciò che caratterizza l’opera del giovane artista veneto Simone Lucietti alla sua seconda apparizione negli spazi della galleria 2RC.
Già nella precedente personale, le targhette del pericolo di morte spuntavano da morbide superfici di peluche e borchie di alluminio, suscitando nel disorientato spettatore una sensazione di “avvertimento del contrario”.
In Eeire- questo il titolo della mostra in corso alla 2RC e curata dal critico Gianluca Marziani- l’artista sembra voler accentuare ancora di più l’ambiguità degli opposti, giocando sui contrasti e le ambivalenze.
Elementi innocui come peluche dalle tinte accesissime sono accostati questa volta a grandi spine – chiari simboli di pericolo – di legno, che sembrano emergere quasi “totemiche” dai quadri morbidi e colorati. Al profondo lato concettuale si unisce anche un forte recupero della manualità , del cosiddetto “fare arte”, basti pensare alla lavorazione dei legni che avviene nell’atelier dell’artista presso la Fondazione Bevilacqua La Masa.
Simili a dei giocattoli, le opere di Lucietti attraggono e respingono allo stesso tempo: la morbidezza dei tessuti, i colori ammiccanti, inducono l’osservatore a toccare, accarezzare, e soddisfare per un momento l’inguaribile desiderio del possesso. Desiderio che però rimane castrato sul nascere, a causa della presenza delle forme spinose, dure, che alludono a sensazioni opposte, di violenza e dolore.
I suoi lavori possiedono il dettaglio che destabilizza, l’elemento che stona e che ne impedisce la tranquilla fruizione.
Nei piccoli e grandi giocattoli che emergono dalle pareti, impregnati di uno strano senso ludico, si potrebbe quasi trovare la lezione di Pascali, delle sue finte armi, dei suoi ragni e bruchi di setola.
A differenza dell’artista pugliese però, Lucietti aggiunge alle sue opere una carica di vera aggressività , invadendo lo spazio con i suoi spuntoni acuminati, pungendo (per finta?) l’ignaro e divertito osservatore.
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cittĂ immaginarie fatte di spine lignee acuminate
Ma la vera arte non è fatta per divertire o per....occupare degli spazi!
Credo che Lucietti abbia avuto delle buone intuizioni. I suoi lavori mi divertono, soprattutto per come si pongono nei confronti dello spazio. La sua ricerca Ă© appena iniziata, aspetto dunque di vederne i progressi..un saluto.
Cristina, l'arte deve porre domande, non dare risposte. Il lavoro di Lucietti si muove nell'ambito del materico, percorrendo una strada che, a mio avviso, non era stata intravista. Ha ragione P.C. proponendosi di aspettare. Non credo resterĂ deluso.
Sempre a cristina dico che se per "questi tempi" intendi il "digitale" (non le tecnologie in arte), per me, è già morto e sepolto. Penso che a far da padrona oggi sia tornata la pittura (dagli Usa non arriva altro). Non dico che sia bene o male, amo pure artisti che lavorano con le nuove tecnologie. Comunque l'arte è una forma nello spazio, che non deve rendere conto di niente a nessuno e vive di vita propria.
E lo dico anche al fantomatico Mha! che dice di averlo giĂ potuto apprezzare (in quale occasione?). Il suoi lavori possono avere piĂą piani di lettura: da quello ludico-giocoso di Pee (quello giallo in foto) a quello piĂą intimo e personale come "Meaning of life", scrigni di legno combusto che contengono un oggetto per lui significante del senso della vita, e comunque non tutti qui esplicabili.
Sono forme nate per trasformare gli impulsi in evidenza fisica.
ciao lux, il gioco Ă© fatto!!!
Abbattere nuovi obbiettivi !!!
Complimenti di cuore per L'INTERESSANTISSIMA mostra personale alla 2rc di Roma,
IN FEDE
g&g
g&g.... poverini i nuovi obbbbbbiettivi.
Lasciali vivere un pò prima di abbatterli.
Biz
Cara Liz O Biz gli obbbbiettivi vivono giusto il tempo per essere abbattuti !!!
per i poverini e'tutto relativo.
g&g
Cara Liz o Biz gli obbbbbiettivi vivono giusto il tempo per essere abbattuti!!!
Per i poverini e' tutto abbbbastanza RELATIVO.
CIAO LIZ
molte che cose piacevoli possono nascondere gravi pericoli: piante coloratissime e invitanti attraggono insetti per divorarli; oppure, visto che si accenna ai giocattoli viene in mente l'imbonitore che dolce fino alla nausea attira i bambini verso il Paese dei Balocchi per poi trasformarli in "ciuchini". Viste sul video le immagini delle opere di Licietti ricordano gli arredi dei telefilm di fantascienza anni '70 (Spazio 1999 per esempio). Una cosa: a quali obiettivi da abbatere si riferiscono o si riferisce g&g?
Bravo Lucietti!