Ephimera, la Galleria d’Arte Contemporanea del Chiostro di Voltorre, ospita, fino a domenica 22 ottobre 2000, la personale di Riccardo Paracchini e Luca Scarabelli, due artisti contemporanei del gruppo “Vegetali Ignoti”, già apprezzati dalla critica nazionale per le proprie ricerche.
“Storie sulla pittura” è il titolo del progetto, cui appartengono i lavori, in gran parte inediti, presentati in mostra dal giovane aronese Riccardo Paracchini. Si tratta di pitture realizzate su fotografie pubblicitarie, in cui i corpi delle modelle, nudi o vestiti di trasparenze, vengono coperti da un abito bianco ed inseriti in uno sfondo blu. Le immagini profane, simulacro della donna contemporanea costruita dall’immaginario maschile, divengono, in tal modo, creature angelicate, di impronta quasi stilnovistica.
Uno dei temi più frequenti di questo ciclo pittorico, iniziato nel 1996, è il mistero della nascita, come testimoniano le tele “Madonna con Bambino” (2000) ed “Avvento” (1998). Accanto a queste tavole, è esposto anche un piccolo lavoro raffigurante un vaso di fiori, dal titolo “Ci sarò fino a questa sera?” (2000). Si tratta di una natura morta, forma artistica ormai dimenticata e disprezzata dall’arte contemporanea, in cui l’oggetto floreale rappresenta l’essenza della donna amata, la possibilità di trattenerne il ricordo.
Contemporaneamente, alla Galleria Ephimera espone anche Luca Scarabelli. L’artista tradatese, nella mostra pensata per il Chiostro di Voltorre, presenta alcuni dei lavori più significativi della sua recente produzione.
Nell’opera “Fallen Color Field” (1996), centinaia di presine di cotone, di intonazione verde, sono disposte a terra, a visualizzare un’idea di “campo di colore” con funzione virtualmente pittorica. Un richiamo alla domestica quotidianità è presente anche nelle installazioni “Passi sparsi”, in cui calze raggomitolate, nere o colorate, diventano metafora del camminare.
Con questo lavoro – come sostiene Francesco Tedeschi, in catalogo – “Scarabelli vuole riferirsi all’intreccio disordinato di percorsi individuali e di relazione instaurati da un ipotetico disegno tracciato a terra, che potenzialmente contiene, nei cammini passati e futuri, la memoria di esperienze che si intrecciano sul freddo piano del presente”. Il giovane artista del gruppo “Vegetali Ignoti” espone, inoltre, una serie di fotografie, dal titolo “Paesaggi malati”. Si tratta di immagini sbagliate, mosse, fuori fuoco, tratte dagli archivi personali di amici e conoscenti, con cui si accenna all’uso del mezzo fotografico come strumento pittorico e concettuale.
Annamaria Sigalotti
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