Considerare l’arte come un soggetto sacro non è sicuramente una concezione recente, anzi molte Avanguardie di inizio secolo hanno inteso il manufatto artistico come una sorta di totem da idolatrare: lo stesso Kandisky – a cui proprio Milano sta dedicando una importante retrospettiva, ha indicato nell’approccio spiritualistico la motivazione principale della sua adesione all’Astrattismo. Su queste posizioni si allinea anche uno dei protagonisti dell’attuale scena artistica nazionale: Enzo Cucchi, che tuttavia allarga la propria concezione di sacralità a tutto il sistema artistico.
Anche il catalogo della mostra è concepito come un manufatto artistico e non un semplice oggetto da consultare : “io ho immaginato un catalogo-bastone, molto barbaro organizzato attorno a un pezzo di legno, a una esperienza a una memoria. Anche con Ettore Sottsass abbiamo pensato a una rivista fatta da quattro tavolette di madreperla. Sono quattro oggetti che ti trovi in mano, come tavole preganti”.
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Luca Scalco
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Cara Alessandra,
grazie della segnalazione, abbiamo corretto la cosa immediatamente. Continui a seguirci.
Vabbe che è il piu grande transavanguardista pero' ogni tanto un errore si puo' pure fare...menomale che ci sono i commentini per rimediare. Grazie delle vostre notizie, ciao!
Ma infatti è scritto una trentina di volte Enzo Cucchi!!! Basta leggere l'articolo!!!
Clamoroso errore! si chiama ENZO e non ENRICO! Correggete subito almeno il richiamo della home page! Baci Alessandra
Bello il parallelo con Munch. Ciao
Chiedo venia per il lapsus (lavoro con un collega che si chiama Enrico Cucchi....)