Categorie: Gallerie

Fino al 24.IV.2001 | Enzo Cucchi. Il secondo giorno | Milano, Galleria Paolo Curti & Co.

di - 4 Aprile 2001

Considerare l’arte come un soggetto sacro non è sicuramente una concezione recente, anzi molte Avanguardie di inizio secolo hanno inteso il manufatto artistico come una sorta di totem da idolatrare: lo stesso Kandisky – a cui proprio Milano sta dedicando una importante retrospettiva, ha indicato nell’approccio spiritualistico la motivazione principale della sua adesione all’Astrattismo. Su queste posizioni si allinea anche uno dei protagonisti dell’attuale scena artistica nazionale: Enzo Cucchi, che tuttavia allarga la propria concezione di sacralità a tutto il sistema artistico. Il Museo, la galleria, lo stesso catalogo della mostra devono, infatti, essere luoghi ed oggetti investiti di una aurea sacra: “cerco di ridare ad altri una forma di sacralità, perché un evento di arte non è solo un fatto formale ma un momento in cui circoscrivi una sacralità. Devi avere il senso di entrare in una tribù, dove c’è anche il bastone del comando, perché si è in luogo sacro”. Queste parole, tratte da una intervista con Giacinto di Pietrantonio, sono il miglior viatico per introdurre la mostra “Il Secondo Giorno”, che Enzo Cucchi ha allestito alla Galleria Paolo Curti & Co. Il percorso principale è indicato da otto piccoli nuovi oli (oltre ad altri splendidi disegni), dipinti su un lungo nastro di iuta. L’artista in questo modo tende a rendere lo spazio della galleria non un semplice luogo di esposizione ma la celebrazione di un momento sacro, cioè il momento artistico : naturalmente non s’intende un approccio religioso bensì spirituale e, quindi questo nastro di iuta circoscrive un luogo sacro (che si immagina come una ipotetica autostrada delimitata da un gard rail). Cucchi dipinge otto squisiti piccoli oli che sembrano, solo apparentemente, stridere con l’impostazione rigorosa dell’allestimento: i colori rimandano agli esordi dell’artista – alla fine degli anni ’70, e, in particolare, alla suggestione che ebbero su Cucchi gli espressionisti tedeschi. A tale stridente concezione cromatica corrisponde una visione del contemporaneo disincantata, ma anche disperata, quasi una riproposizione, in chiave moderna, delle angosce di Munch.
Anche il catalogo della mostra è concepito come un manufatto artistico e non un semplice oggetto da consultare : “io ho immaginato un catalogo-bastone, molto barbaro organizzato attorno a un pezzo di legno, a una esperienza a una memoria. Anche con Ettore Sottsass abbiamo pensato a una rivista fatta da quattro tavolette di madreperla. Sono quattro oggetti che ti trovi in mano, come tavole preganti”.

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www.paolocurti.com

Luca Scalco




Fino al 24 aprile 2001. Enzo Cucchi – Il secondo giorno. Milano, Galleria Paolo Curti & Co, via Pontaccio 19
Informazioni:tel. 02 86998170, fax 02 72094052, e-mail : info@paolocurt.com Orario d’apertura : dal martedì al sabato, dalle 11-19; escluso festivi.
Catalogo: disponibile in galleria



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  • Cara Alessandra,
    grazie della segnalazione, abbiamo corretto la cosa immediatamente. Continui a seguirci.

  • Vabbe che è il piu grande transavanguardista pero' ogni tanto un errore si puo' pure fare...menomale che ci sono i commentini per rimediare. Grazie delle vostre notizie, ciao!

  • Ma infatti è scritto una trentina di volte Enzo Cucchi!!! Basta leggere l'articolo!!!

  • Clamoroso errore! si chiama ENZO e non ENRICO! Correggete subito almeno il richiamo della home page! Baci Alessandra

  • Chiedo venia per il lapsus (lavoro con un collega che si chiama Enrico Cucchi....)

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