Nel nuovo spazio espositivo di Artopia, voluto da Rita e Remo Urso, è iniziato un intrigante progetto, promosso da Emanuela de Cecco, di valorizzazione di giovani artiste che proporranno una simbiosi tra arte e spazio domestico. Marzia Migliora, Manuela Carrano, Paola Gaggiotti, Elisabetta Di Maggio e Susanna Scarpa sono infatti invitate ad organizzare le proprie performance, non in una semplice galleria, ma in uno spazio, ove coesiste la dimensione espositiva con quella abitativa. Dunque l’opera diventa vissuto in un connubio che mette in crisi le consuete regole di fruizione del prodotto artistico, costringendo il visitatore ad entrare nel campo personale dell’altro, di uno sconosciuto. La prima artista che sperimenta questa simbiosi è Marzia Migliora, che ha deciso di dipanare la propria ricerca attraverso l’uso di interventi sonori e di video. La descrizione di un simile percorso non è semplice, in quanto l’approccio sonoro, l’atmosfera che l’artista riesce a creare, sfruttando appunto l’aspetto abitativo del luogo ove espone, sono sensazioni di totale coinvolgimento emotivo. “Al centro di tale intervento si delinea un territorio incerto dove la discrezione dell’entrare nel vissuto altrui progressivamente si trasforma in ossessione, virus sottile che altera la concezione della casa come luogo confortevole e sicuro trasformandolo in qualcosa d’altro”. Questo virus sottile è rappresentato dall’artista con uno scricchiolio continuo che ricorda il rumore di un roditore che corre tra la tranquille pareti della casa. Accanto all’inquietudine, ritroviamo anche una dimensione infantile che trasmette al visitatore altre sensazioni: un video proietta continuamente le immagini di un gioco d’infanzia che consiste nello stare in piedi su un tappeto ricoperto di biglie, metafora delle difficoltà della vita che, inevitabilmente, permeano anche la sfera domestica. In questo contesto anche le vicende personali, tratte dagli studi psichiatrici di Jung che vengono diffuse nel locale bagno, accanto ad una musica infantile, appaiono la diretta conseguenza di questo tentativo, riuscito, di insinuarsi nel vissuto altrui, usando i metodi artistici (musica, fotografia, cinema), in maniera assolutamente anticonvenzionale e innovativa.
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Citaz: "ritroviamo anche una dimensione infantile che trasmette al visitatore altre sensazioni: un video proietta continuamente le immagini di un gioco d’infanzia che consiste nello stare in piedi su un tappeto ricoperto di biglie, metafora delle difficoltà della vita che, inevitabilmente, permeano anche la sfera domestica..." brava Marzia continua cosi...