Dopo la personale, tenutasi due anni fa a Milano, Julian Schnabel torna in Italia per presentare un recentissimo gruppo di opere. Ad ospitarlo è il nuovo spazio espositivo di 450 mq inaugurato ad inizio anno dalla Galleria Cardi, in collaborazione con Gian Enzo Sperone New York.
Dopo aver conosciuto l’artista americano sul grande schermo con il suo ultimo film “Before Night Falls” – presentato all’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia – le 13 tele di grande formato presenti in mostra ci riconducono nell’universo pittorico di Schnabel. Nelle opere esposte ritroviamo quegli elementi che caratterizzano la produzione dell’artista americano fin dagli anni ’80: il gusto per le grandi dimensioni, ma soprattutto la sapiente capacità di accostare materiali differenti per creare immagini di forte valenza espressiva.
Si tratta, appunto, di lavori di notevole impatto visivo che colpiscono lo spettatore per la loro maestosità, che diventa caratteristica necessaria all’artista per soddisfare la propria esigenza di rapportarsi in modo diretto con la materia. Ricordi e mondi interiori riaffiorano sulle superfici delle tele, mettendo in luce quella componente narrativa che ne ha sempre caratterizzato l’opera.
Sono esperienze private che si rivelano attraverso un linguaggio formale fondato sulla forte espressione gestuale e sul contrasto creato dall’accostamento di materiali diversi come ad esempio olio, resina, cera, nonché immagini applicate direttamente sulla tela.
Queste caratteristiche traspaiono in maniera incisiva in lavori come “Drink Nimi”, in cui l’immagine di fiori applicati viene inglobata dal colore che si dà attraverso il gesto irruente dell’artista. O nelle opere dedicate ad “ Heidi Heggers” (madre del giovane scrittore americano David Eggers recentemente scomparsa) e a “Bill Gaddis” (noto scrittore statunitense). Oppure ancora in “ Malfi”, opera realizzata per ricordare un pittore italiano, amico di Schnabel, morto in un incidente stradale.
Il gesto impetuoso dell’artista crea palpitanti superfici, nelle quali scritte e parole – che diventano poi il titolo dell’opera stessa – irrompono sulla tela, diventando parte integrante dello spazio pittorico. Le parole si uniscono al colore, dai toni accesi e sfacciati, per creare una superficie che racchiude un forte potenziale energetico, che sembra espandersi al di la dei limiti imposti dal quadro. Limiti per altro ben definiti da grandiose cornici bianche realizzate in fibra di vetro, nelle quali viene riprodotto il complesso intaglio delle cornici barocche: una scelta dell’artista per testimoniare la sua passione per l’arte classica europea.
I lavori presentati dimostrano quindi una straordinaria forza comunicativa di fronte alla quale lo spettatore non può rimanere indifferente. Schnabel crea intense e penetranti immagini attraverso una libertà espressiva che caratterizza l’intera sua opera; quella stessa libertà espressiva che negli anni ’80 ha consentito il fiorire di un eccezionale stagione pittorica conosciuta come transavanguardia, della quale l’artista, come ha voluto ancora testimoniarci in questa sua ultima personale, rimane uno dei principali esponenti.
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www.galleriacardi.com
Elena Arosio
*ci scusiamo per il ritardo di qualche giorno con il quale è uscito l’articolo ma i galleristi non ci hanno aiutato affatto nel nostro intento, consueto, di essere puntuali e tempestivi.
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l'articolo è eccellente e riesce a far sembrare ottimo un artista per la vierità controverso e discutibile.
Sabato 05/05/2001, con il mio amico Nicola Di Caprio che gentilmente mi ha accompagnata, ho visto tali opere. Io, vengo da Vicenza, sono rimasta entusiasta dai colori, dalla grandezza, dall'interpretazione, anche se avrei voluto far vedere al sig. Schnabel alcune mie opere...magari la prossima volta, possiamo fare un'esposizione assieme!!!!