Il 27 aprile 1957 apriva i battenti a Milano la Galleria Blu di Peppino Palazzoli. Il nuovo spazio espositivo, sorto con il preciso scopo di fornire informazioni sull’attività di pittori e scultori internazionali, si interessò fin dall’inizio all’affermazione delle avanguardie del dopoguerra, organizzando mostre personali di artisti come Hartung (1958), Burri (1959), Balla (1959), Vedova (1960), Fontana (1964), Depero (1965), Boccioni (1966), Klein (1969) e Manzoni (1970).
Dopo la morte di Peppino Palazzoli, avvenuta nel 1983, la gestione della galleria fu assunta prima dal figlio Luca e poi dal nipote Daniele. Il loro operato testimonia una precisa volontà di continuità con il passato, nel segno da quella qualità, durevole nel tempo ed estranea a qualsiasi moda, che da sempre costituisce la prerogativa fondamentale della storico spazio milanese. Ed è proprio questa storia prestigiosa al centro dell’esposizione che la galleria di Via Senato propone fino al 9 giugno.
La rassegna, organizzata in occasione del quarantaquattresimo anno di attività, propone quarantaquattro capolavori appartenenti alla ricca collezione della galleria che hanno come tema comune l’uso del blu e delle sue varianti.
Per la scelta degli artisti in mostra si è attinto all’elenco di quanti hanno partecipato alla vita dello spazio con esposizioni personali e collettive o hanno avuto un esclusivo rapporto di rappresentanza con i Palazzoli. Fra di essi figurano i nomi di alcuni tra i più grandi Maestri del 900: Balla, Ernst, Fontana, Francis, Hartung, Kandinsky, Klee, Klein, Moore, Nolde, Santomaso e Schwitters.
La rassegna permette allo spettatore uno riflessione sull’uso del blu nella storia dell’arte contemporanea: da colore ambiguo come lo definiva Goethe nella sua Color Theory nel 1810, il blu diventa tinta cromatica dalle valenze positive, dall’espressività nuova e stimolante con le avanguardie del Novecento.
Attraverso le opere esposte si può inoltre meglio comprendere i diversi percorsi lungo i quali gli artisti si sono avventurati. Sono per esempio di sicuro interesse i confronti tra il Canto patriottico (1915) di Giacomo Balla e Concetto spaziale-Attese (1966) di Lucio Fontana, tra la Veduta di Weimar (1925) di Paul Klee e IKB 207 (1957) di Yves Klein, tra Miteinander (1931) di Kandinsky o Herzenskind ( 1939) di Kurt Schwitters e l’Homme à l’agneau et musicien (1967) di Pablo Picasso.
Gli artisti in mostra: Giacomo Balla, Renato Birolli, Agostino Bonalumi, Francis Bott, Tommaso Cascella, Pierre Casé, Marc Chagall, Max Ernst, Enrico Della Torre, Fortunato Depero, Piero Dorazio, Alberto Giacometti, Lyonel Feininger, Vincenzo Ferrari, Lucio Fontana, Sam Francis, Pinot Gallizio, Herbert Hamak, Raymond Hains, Hans Hartung, Alexej Von Jawlensky, Wassily Kandinsky, Paul Klee, Yves Klein, Frantisek Kupka, Michael Larionov, Fernand Leger, Sandro Martini, Henry Moore, Emil Nolde, Gastone Novelli, Achille Perilli, Pablo Picasso, Man Ray, Odilon Redon, Giuseppe Santomaso, Gerard Schneider, Bernard Schultze, Kurt Schwitters, Medhat Shafik, Atanasio Soldati, Yves Tanguy, Italo Valenti, Emilio Vedova, Luigi Veronesi, Wols.
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Annamaria Sigalotti
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