“Ognuno di noi nasce come il figlio della genetica, ragione per cui ogni piccola parte che ci compone ci rende simili a dei computer biologici: ogni singolo pezzo deve essere lì con precisione, il che ci garantisce un’identità. L’uomo in sostanza si trasforma in una macchina in grado di muoversi soltanto in base alla determinazione”.
Le figure dell’artista, uomini-rettile in continua contorsione, tendono a raccogliersi in se stesse e a difendersi da tutto ciò che è esterno. Il raccoglimento del corpo vuole essere espressione figurativa di uno stato interiore di meditazione e ricerca del proprio io interiore. Lo strato superficiale dei lavori, un arabesco multicolore simile ad una pelle di serpente, è invece metafora del meccanismo innaturale, in cui l’uomo contemporaneo è costretto a vivere e dal quale tenta di liberarsi. I piccoli ingranaggi che lo formano, perfettamente collegati tra loro, rappresentano infatti una sorta di puzzle da comporre e scomporre a piacimento, ma non da parte di chi vi si trova rinchiuso dentro.
Nelle sculture e nei quadri dell’artista padovana colpisce poi il grande rigore tecnico e stilistico, davvero difficile da riscontrare nella produzione giovanile italiana. Si tratta infatti di un corpus di opere, in cui appare chiaramente il “saper fare”, l’attenta meditazione compositiva e la riflessione sulle operazioni tecniche. A Milano, dunque, vi è una nuova occasione per vedere il lavoro di Rabarama, dopo la grande antologica dello scorso aprile alla Fondazione Mudima, corredata dall’accurato catalogo Electa curato dal Virginia Baradel.
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Egr.Sig. BIZ,
anche se volessi tirare in ballo la musica dodecafonica non sortirei alcun risultato visto che è troppo occupato ad ascoltare il suono delle sue parole per poter prestare orecchio ad altro: mi attribuisce affermazioni non mie e ciò è dialetticcamente scorretto oltre che manipolatorio:Ho usato degli argomenti non per paragonare ma solo per puntualizzare. Non so quello che sarà il futuro di Rabarama(che a me personalmente piace):ho solo detto che gli argomenti utilizzati non erano convincenti. La sua prosa è ironica è piacevole (troppo)per non sospettare un professionista ma si riduce poi ,alla fine,forse per disattenzione alle opinioni altrui ad un buon uso di un dizionario dei sinonimi e contrari e alla creazione di un ubrido scrittorico sospeso a metà fra Eco e Gervaso (salvo i contenuti che completamente latitano). Spero vivamente che ,come un onesto bardotto,si limiti a tirare la carretta e che ,sopratutto,come tutti gli ibridi sia sterile e non produca "figli spirituali". Con l'occasione la saluto e le Auguro un Felice Natale.
Egregio Signor Andan,
La ringrazio per gli auguri di Buon Natale, che ricambio sperando in un futuro meraviglioso per lei e tutte le persone che lei ama.
Le assicuro che le mie pur molte occupazioni non m’impediscono nè di ascoltare Schoenberg, Berio o Stockhausen, nè di ascoltare quanti chi, come lei, hanno qualcosa da dire in questo commentario, ove c’è posto per tutti ed ove, nonostante sia un commentario che solitamente disquisisce d’arte, ci tocca parlare anche di Rabarama che con l’arte ha la stessa attinenza che può avere un bradipo in un convegno di mistica alessandrina.
Anche, quindi, se le cose che lei dice sono idiozie olimpiche (con solo quale piccolo lampo di lucidità, giusto per non renderle perfette – giacché ama le parentesi).
Se fossi uno che non ascolta non sarei anche qui, le pare?
Quindi, per cortesia eviti gli incisi che non hanno rispondenza nella realtà.
Sempre che le riesca.
Pur dando atto che, come sosteneva un cinico americano, ognuno ha il diritto di battere la grancassa davanti alla propria bancarella.
Quanto alle parole che le avrei messo in bocca, temo che il difetto che lei ascrive a me le sia piuttosto familiare, andando anche in là.
Infatti, oltre a non leggere ciò che scrivo io, e sarebbe davvero il minore dei mali, non legge nemmeno ciò che scrive lei stesso, e questo, mi consenta, è alquanto preoccupante, siccome non si ricorda le sue parole, che io mi sono limitato a riproporre.
Certo, le ho interpretate e comprese, e forse non se lo aspettava.
Se non riesce ad andare oltre al nulla che ci presenta Rabarama non credo le sia possibile comprendere la profondità delle mie geniali parole.
Quindi, il vizio del dialetticamente scorretto, in lei assume una sfumatura più grave, quella della disonestà intellettuale.
Vede, debbo ancora darle ragione, atteso che anche lei afferma che le sue non erano argomentazioni.
Allora perchè si lamenta degli altri?
Ora, mi permetta di domandarle scusa se nella mia dialettica non le sono sembrato abbastanza Eco o Gervaso, forse nemmeno un ibrido, ma, per quanto siano leggibili mi dirigo verso autori più interessanti e, a quanto vedo, diversi da quelli che legge lei.
E’ evidente che la mia opinione su Rabarama resta quella che è;
Prenda come un complimento il fatto che non sia peggiorata.
Ciao, Biz.
Egr.sig. Biz
mi costringe a specificare:avrei potuto utilizzare per indicare riconoscibilità anche Licata,Balsamo,Nocera o tanti altri.Purtroppo lei non ha né interpretato nè compreso. In ogni caso: 28/04/2001 : "sebbene la produzione di Rabarama si di piacevole visione se non altro per l'attenta euritmia che la caratterizza". 03/05/2001 : "le tue forme Rabarama catturano il mio gusto e mi donano un raffinato piacere di continuità ,mi ripeto,il senso dell'euritmia e non è poco ".
Dallo Zingarelli(spero che possa abbassarsi a leggere almeno quello):Euritmia-giusta misura,armonia.Bellezza che risulta dal'acconcia proporzione di tutte le parti di un'opera d'arte.
03/05/2001:"ammassi di Rabarama"
Sempre dallo Zingarelli: Ammasso-Mucchio,congerie,massa di cose confuse.
Come vede davvero mi risulta difficile accettare "interpretazioni" forzose e inesatte del mio pensiero da chi manifesta difficoltà ad interpretare il suo, di pensiero. Cordialmente.
Grazie Signor Andan,
Lei è riuscito, in una volta sola, a dare due conferme ai nostri colleghi lettori:
1) La Mia obiettività, trasparenza, coerenza e libertà intellettuale;
2) La Sua assoluta carenza culturale in fatto di estetismo.
Infatti, non sempre ciò che è bello e armonioso è "Arte".
E visto che legge Eco, provi un pò a sfogliare il suo "Arte e bellezza nell'estetica medievale", già nei secoli bui lo avevano compreso e lei, mi pare, è un pochino in ritardo caro Signor Andan.
Assieme al Buon Natale Le auguro, per il futuro, di riuscire a comprendere questo sottile concetto.
Ciao, Biz.
Leggasi... "in fatto di estetica".
L'estetismo è, pur attinente, altra cosa.
Ciao, Biz.
Egr.sig. Biz,
mi perdoni,ma io continuo a rilevare nelle sue risposte un minimo di mamipolazione. La prego voler rivedere quanto in precedenza ho scritto:
in nessun caso parlo d'Arte(per mia natura queste ed altre affermazioni sono da lasciare alla sensibilità individuale).Le osservazioni del mio primo commento vogliono esattamente significare questo: le critiche al lavoro di Rabarama che ho letto riguardano: 1)la serialità,2)la riconoscibilità,3)la scelta commerciale.Non mi senbra che chi si occupa d'arte(ecco si che ora la nomino)non debba giudicare sulla base di elementi irrilevanti(nasceva da questo il riferimento ai grandi nomi del mio primo commento)bensì sulla base di concezioni più pregnanti.Non a caso nulla ho eccepito,pur non essendo in linea con Lei,sulla sua considerazione su Artiere-Artista in quanto attinente in ogni caso ad una sua personale visione di arte.Concludo dicendole, peraltro, che se si utilizza,come ha fatto lei il termine "euritmia",esplicitamente ci si riferisce ad Arte.La prossima volta dica gradevole,piacevole,caruccio in modo da non ingenerare equivoci lessicali. La saluto cordialmente e le assicuro che anche i miei auguri sono sinceri e partecipati.
Scusate, non vorrei intromettermi ma, Signor Andan lo sa che è diventato noioso?
Guardi che quelli che lei ha definito commenti saccenti e tromboni volevano sottolineare, appunto, che la produzione di Rabarama non è arte.
Ora lei sta dicendo le stesse cose che dicevano gli altri prima di lei.
Mi meraviglia come il sig. Biz le risponda ancora.
... Infatti, non proseguo oltre.
Solo, in ultimo, le dico: per la definizione di un concetto filosofico, la prossima volta, consulti qualcosa di meglio di un dizionario di lingua.
Fine.
Ciao, Biz.
G.le sig.ra Roberta,
la prego voler leggere con più attenzione.Un saluto cordiale
Signora Roberta,
nelle mie considerazioni di categoria gli avvocati non riscuotono un grande successo.
Che siano di Mantova o di altrove.
Ciao, Biz.