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Le nove gallerie dell’associazione Venice Galleries View – Alberta Pane, Beatrice Burati Anderson Art Space and Gallery, Caterina Tognon, La Galleria Dorothea van der Koelen, Ikona Gallery, Marignana Arte, Marina Bastianello Gallery, Michela Rizzo, Victoria Miro, tutte dirette da donne, – ci raccontano questo momento particolare di Venezia, in cui l’emergenza sanitaria si è abbattuta sull’inizio della ripesa dopo i danni causati dall’acqua alta nei mesi precedenti.
E intanto le gallerie di Venice Galleries View sviluppano una strategia comune con STORAGE, una vetrina online in cui ogni settimana ciascuna galleria presenta e vende opere degli artisti con cui collabora.
L’intervista a Venice Galleries View
Per Venezia è un periodo particolarmente difficile: prima l’acqua alta, ora l’emergenza sanitaria. Su quale tipo di situazione si è innestata l’emergenza Covid-19? A che punto era la ripresa dopo il disastro provocato dall’acqua alta?
«Venezia è una città resiliente, nel corso dei secoli ha sempre dato prova di grande forza e spirito d’iniziativa. Per quanto i mesi di novembre e dicembre siano stati drammatici, la città ha dimostrato di volersi rialzare fin dal giorno successivo, partendo dai cittadini e passando per le imprese, le strutture ricettive e i luoghi di cultura; con l’inizio del nuovo anno, la ripresa era a buon punto. L’emergenza Covid-19, quindi, è scoppiata proprio in un momento in cui la città era in piena ripartenza, anche grazie al Carnevale e alla promessa di aiuto dell’amministrazione pubblica, che fin da subito si è attivata mettendo a disposizione fondi per le imprese per fronteggiare i danni subiti, attraverso procedure semplificate».
La situazione delle gallerie dell’associazione Venice Galleries View è abbastanza omogenea o ci sono situazioni più complesse, legate ad esempio a eventuali danni agli spazi causati dell’acqua alta?
«I danni subiti dalle gallerie sono stati molto ingenti per gli spazi situati in Venezia Centro Storico; la situazione può essere leggermente diversa a seconda delle diverse ubicazioni degli immobili e dalle possibilità di aver messo in atto tutte le precauzioni necessarie atte alla protezione dei locali dall’inondazione e alla messa in sicurezza delle opere.
Tutte le gallerie, comunque, oltre agli immediati danni economici, hanno subito il contraccolpo per la situazione generale che si è venuta a creare all’indomani dell’acqua alta, in termini di arresto del turismo e di tutte le attività collegate ad esso e alla cultura».
Il fatto di aver posticipato anche la Biennale di Architettura avrà un ulteriore impatto negativo?
«Certamente l’effettiva visibilità e partecipazione alla Biennale saranno di molto ridotte. L’economia in generale della città ne risentirà, poiché si tratta di uno dei principali attrattori di pubblico insieme alla Mostra del Cinema, nonché occasione per far convergere a Venezia artisti, curatori, critici. Per le gallerie, La Biennale rappresenta anche una grande occasione per ampliare la rete di frequentatori, semplici appassionati, collezionisti o possibili clienti. La proroga ha ovviamente determinato profonde modifiche alla programmazione delle gallerie, e ciò avrà non poche ripercussioni sulle nostre attività.
In questa situazione di incertezza, vogliamo comunque individuare un fattore positivo: il fatto di poter inaugurare La Biennale è da considerarsi come un segnale positivo circa la forte volontà di superare questo frangente emergenziale».
Che tipo di strategie pensa di sviluppare Venice Galleries View come associazione? Pensate di elaborare delle strategie unitarie?
«In un momento complesso in cui viaggiare non è permesso e gli spazi delle gallerie non sono accessibili al pubblico, Venice Galleries View ha deciso di aprire un nuovo canale: nasce così il progetto STORAGE, dove ogni settimana ogni galleria presenterà un’opera d’arte disponibile alla vendita dai propri depositi.
Questo portale virtuale potrà essere utilizzato dai visitatori come un’esperienza diretta per incontrare opere d’arte solitamente non accessibili e per valorizzare il lavoro degli stessi artisti.
Insieme, utilizzando le nostre conoscenze, competenze e passione per l’arte contemporanea, vogliamo raggiungere e aggiornare il nostro pubblico, convinte che l’esperienza culturale non abbia confini».
Quale pensate potrebbe essere un aiuto efficace che vorreste chiedere all’amministrazione se ne aveste la possibilità? Ci sono uno o più elementi che potrebbero aiutarvi in modo concreto?
«Oltre ai fondi per l’emergenza acqua alta messi a disposizione dall’amministrazione (stanziati ma purtroppo non ancora evasi) che costituiranno certamente un aiuto efficace, occorre pensare all’emergenza Covid-19 come a qualcosa che non ha precedenti e che quindi richiederà soluzioni adeguate.
Riteniamo che il governo dovrebbe stanziare dei fondi per la cultura, senza dubbio uno dei settori economici maggiormente colpiti dal lockdown, con il blocco dei flussi turistici e la chiusura di tutti i comparti dell’industria culturale. E ciò è ancor più vero per la città di Venezia, che ha subìto in un così ristretto lasso di tempo due eventi eccezionali, e per la quale il settore turistico-culturale rappresenta un contributo incisivo e decisivo nell’economia cittadina.
Crediamo quindi fermamente che sia necessario intervenire con misure specifiche e strumenti di emergenza che consentano alle imprese di arginare l’attuale crisi fornendo risorse per far fronte alle perdite, ma anche per riavviare il settore quando si riemergerà da questo drammatico periodo».
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