Giovanni Battista Araldi (Albenga, 1914 – Genova, 1998), ha attraversato buona parte del ‘900 lavorando per oltre cinquant’anni su committenza sia laica e civile che religiosa. Durante questa lunga e fertile attività ha eseguito altari, fonti battesimali ed arredi per più di trenta chiese a Genova, tombe e monumenti funebri per il famoso cimitero di Staglieno, alcuni intensi busti commemorativi ed assunto incarichi di rilievo a Roma e fuori dall’Italia.
Nonostante la formazione classica (allievo di Guido Galletti) e vincolato dalla scelta di operare su committenza, ha il merito di aver saputo sviluppare un linguaggio espressivo
Dal marmo utilizzato nella “testa di giovane” presentata nel 1936 alla sua prima mostra pubblica, alla pietra per la scultura intitolata monaco del 1939, passando più tardi al bronzo ampiamente impiegato per altari e statue, fino alla scoperta e sperimentazione del perspex nelle “colonne nella cattedrale del cosmo”, esposte per la prima volta nel 1984.
Nelle realizzazioni di Araldi è immediatamente riconoscibile l’importante ricerca sul simbolo, presente soprattutto nelle opere a tema religioso, che egli sviluppò in maniera costante nel tempo associandola ad un processo di semplificazione della forma.
Ricerca che negli anni ‘50 e ‘60 s’intensificherà sino a raggiungere forme scarnificate,
La mostra allestita nella saletta e nel porticato di Palazzo Ducale ripercorre buona parte di questa inesauribile ricerca esponendo disegni, bozzetti preparatori e sculture fra le più significative delle sue realizzazioni e legate alle varie esperienze e periodi.
L’itinerario esterno, ampiamente descritto nella monografia ad egli dedicata e dotato di mappa, riporta i percorsi in tutta la città dove le sculture di Araldi sono collocate, gli stessi spazi che egli studiò con attenta minuzia prima di intervenivi. Un omaggio doveroso ad un artista recentemente scomparso ed all’importante ruolo delle sua opera nella storia artistica ligure e italiana del XX secolo.
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