È il buio la prima cosa che spicca alla vista entrando da Guidi & Schoen. Questione di pochi secondi: la luce, come sempre accade, prende il sopravvento. È la luce dei video proiettati: quello di
Matteo Basilè (Roma, 1974), formato da tre serie di immagini trasmesse da altrettanti proiettori, il cortometraggio nato dalla collaborazione tra
Luis Gispert (Jersey City, 1972) per le immagini e
Jeffrey Reed (Houston, 1974) per la parte musicale, e il lavoro del francese
Raphael Siboni (Romorantin Lanthenay, 1981). I rettangoli di luce e colore sulle pareti sembrano porte che invitano a lasciare la nostra dimensione per entrare in un mondo altro: sconosciuto e insolito, come suggerisce il titolo della mostra,
Stranger(s) World.
Il curatore, Gianluca Marziani, oltre al video di Siboni ne presenta due già noti e apprezzati. Quello di Basilè, realizzato in collaborazione con Camilla Paternò (Napoli, 1973), è stato esposto al Mart di Rovereto; mentre
Stereomongrel di Gispert & Reed è stato presentato nel 2005 al Whitney di New York.
Nel video di Basilè, figure ieratiche, sospese tra la bellezza e il grottesco, e personaggi che stanno in bilico tra il sogno e l’incubo, sono gli attori di quinte teatrali studiate in ogni particolare, frutto di una ricerca estetica che sembra puntare alla perfezione, proponendo un effetto di irrealtà. In questo mondo, che potrebbe essere lo scenario per una fiaba dei fratelli Grimm, dal mare non esce Venere ma uno strano personaggio tatuato. E anche un semplice occhio, inquadrato in primissimo piano, diventa un piccolo mondo a sé.
La situazione presentata dal secondo video è di apparente quotidianità, la festa di compleanno di una bambina, che si trasforma di fotogramma in fotogramma in paranormale: la piccola protagonista ha capacità telecinetiche e il mondo in cui vive è popolato da personaggi che obbediscono ai suoi ordini e interagiscono con l’ambiente che li circonda, trasformadolo. Colori e giocattoli legati all’infanzia, infine distrutti, lasciano il posto a elementi della cultura americana: quella rappresentata dai dipinti di maestri come
Jasper Johns con la sua nota
Flag.
Gli strani uomini in divisa di Siboni sembrano i protagonisti di un film di fantascienza nel quale la tecnologia domina l’ambiente, quasi come una forza trascendente. Anche in questo caso il mondo appare come una realtà dominata da forze esterne, siano esse la griglia dell’estetismo, il paranormale o il progresso scientifico.
Come osserva Marziani,
“il legame tra passato e futuro ha un solo collante: l’essere umano”. Ed è sempre esso a dare un senso unificante alla manifestazione delle cose e al loro vero essere. A volte impossibile da decifrare usando solo l’intelletto.