fino al 12.VI.2003 Letteraria – Francesca Biasetton Genova, Il Basilisco

In questi giorni il nome di Francesca Biasetton è ovunque, e se lo merita: una bella personale alla galleria d’arte Il Basilisco racconta la sua attività di calligrafa, illustratrice e artista; il fortunatissimo “Abbecedario”, spettacolo per ragazzi di Giorgio Scaramuzzino prodotto dal Teatro dell’Archivolto di Genova, ha appena concluso nel capoluogo una tournée trionfale e il libro omonimo nato dall’esperienza teatrale ha vinto a Sestri Levante il prestigioso Premio Andersen 2003 nella sezione “Miglior libro fatto ad arte”.
“Abbecedario” raccoglie storie che Altan, Benni, Sanguineti, Staino e molti altri hanno scritto ispirandosi all’alfabeto: ogni lettera un racconto a dar vita ad un universo surreale, poetico, divertente. Uno spettacolo che cambia ogni sera, creato dai piccoli spettatori che scelgono le lettere da raccontare: Francesca Biasetton ha il compito di animarle, disegnando in diretta quel che viene narrato. Il libro riunisce i racconti illustrati dall’artista in un’edizione premiata all’Andersen ”Per aver saputo trarre da un fortunato spettacolo teatrale un libro a più voci, ricco di trovate e sorprese. Per il costante e calibrato corrispondersi fra testi e figure. Per la estrema piacevolezza della veste grafica”.
Al Basilisco, Francesca Biasetton ripropone il tema dell’alfabeto: la prima sala è un’allegra, colorata costellazione di piccoli collage, sagome inattese che prendono vita dal gesto libero di mani e forbici. La seconda sala è più minimale, centrata sulla pura scrittura: l’artista, tra i primi soci dell’Associazione Calligrafica Italiana nata nel 1991, ce la descrive come “un’attività estremamente disciplinata che parte dalla conoscenza di regole precise, ma prevede anche la possibilità di andare oltre, di sbizzarrirsi gestendo il segno come un mezzo fluido e personale, un po’ come nella musica”.
Biasetton propone lavori vicini all’arte concettuale, che fanno della lettera un mezzo e insieme, paradossalmente, un fine. Grandi carte sono coperte di sola scrittura, in genere ad inchiostro: i segni si trasformano in texture, suggeriscono forme, articolano labirinti suggestivi sulla carta componendo messaggi segreti, da indovinare tra le volute composte della scrittura. Un percorso affascinante, che avvicina alla cultura islamica: non a caso Francesca Biasetton, cominciata la sua attività di calligrafa, si è presto interessata ai caratteri arabi e alla misteriosa grazia del linguaggio, come nell’opera che riproduce e interpreta i versi del poeta siriano Nizar Qabbani, “aiutami ad abbandonarti se mi ami aiutami a guarire da te”. Francesca sceglie in genere testi d’altri, per rappresentarli e così farli propri: una ricerca appassionante che precede la realizzazione dei suoi lavori e che li rende leggibili a più livelli, dal creatore del testo all’artista che lo interpreta, a chi guarda e legge, in un’intensa metafora della ricerca dell’essenza della comunicazione.

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valentina caserta.
mostra visitata il 3 giugno 2003