Un lembo di terra, quello che circonda il Mediterraneo, ritratto in rosso fuoco su sfondo nero. Un’immagine satellitare mixed media dei friulani Salis & Vitangeli: così lo spettatore viene introdotto nel suo viaggio attraverso il mare nostrum, accolto da un’opera (Forever fire) che di questo mare sottolinea soprattutto il fermento.
La volontà di far emergere l’anima del design mediterraneo, una sorta di genius loci, sottolineandone punti d’incontro ed eterogeneità, è l’interessante presupposto della mostra organizzata dal Centro Ricerche GUD. Otto sezioni per indagare sulla disciplina che più di altre esprime le peculiarità di una cultura, proprio perché ha come destinatario l’uomo comune, perché è una progettualità che si rivolge al quotidiano.
La sezione Mediterraneo del Design raccoglie i pensieri e le parole di alcuni creativi. Circondata dai suggestivi testi è l’installazione piccolo ulisse di Silvia Levenson, un canotto monoposto in pvc e vetroresina, con remi di vetro a simboleggiare la brama di incontrare l’altrui e l’altrove, che si scontra con la fragilità degli strumenti, soprattutto per chi verrà percepito non come viaggiatore ma come estraneo.
A lato un corridoio che riporta l’ingegno e la ricerca delle scuole di Croazia, Libano, Egitto, Spagna, Palestina e Israele, con esempi che vanno dal packaging per arachidi alle sedute in legno. Icone contemporanee mette in mostra oggetti simbolo del quotidiano e ne sottolinea con gli accostamenti le reciproche influenze e contaminazioni; su uno schermo brani di filmati pubblicitari completano il profilo del vissuto di ogni paese. Abitare presenta ambienti in cui la modernità di Philippe Starck si fonde con la tradizione dell’artigianato africano, l’estro algerino del pouff tappeto di Abdì Abder Kader prodotto da Parentesi quadra, con l’originalità dell’abito Dolce&Gabbana.
Attraverso le sezioni Emporio e Itinerari viene proposta al visitatore la possibilità di incontrare il design all’interno della catena del valore e cogliere il suo ruolo nello sviluppo e promozione del prodotto, sia esso alimentare o turistico. Con Genova del design la mostra dedica una vetrina al design ligure, dalla progettualità del disegno industriale di Costa e Piaggio, alla creatività artigianale delle ceramiche di Albissola o delle ardesie della Val Fontanabuona.
Sparse per l’intera mostra le Contaminazioni con l’arte, che attraverso installazioni e filmati rappresentano aneliti e contraddizioni di quello che Marino Niola definisce “il luogo dell’origine, il luogo del mito”. Particolarmente interessante il catalogo, che ha la funzione di approfondire le riflessioni delle quali la mostra è solo spunto. A completare il progetto una serie di eventi correlati disseminati per Genova: 25 Di point, ovvero gallerie d’arte, shop design, art caffè coinvolti nell’iniziativa.
Per ritrovare Sottssass, Plinio Mesciulam, il giovane design e l’interpretazione dell’identità mediterranea anche a spasso per Genova.
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daniela mangini
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