Categorie: genova

Fino al 15.V.2001 | Stefania Galegati | Genova, Galleria Pinksummer

di - 13 Aprile 2001

Una mostra bizzarra, quella di Stefania Galegati alla Galleria Pinksummer. La conoscevamo per interventi come il ‘pavimento a perdere’ della stazione di Piola, poetica metafora della percezione del tempo resa con uno strato di vernice consumata a poco a poco dai passi dei viaggiatori, e come l’inquietante, provocatorio samurai radioattivo selezionato all’importante collettiva Migrazioni e multiculturalità a Roma, l’anno scorso.
Da Pinksummer, la Galegati introduce la pittura come media di un viaggio nell’occulto, sulle tracce di racconti e testimonianze dirette da lei cercate e raccolte: spettri che si aggirano per monasteri abbandonati, dame tradite che si materializzato alle finestre di antichi manieri… Il tema è per l’artista il pretesto per affrontare, ancora una volta, uno dei fil rouge del suo percorso creativo, il legame tra realtà e rappresentazione e quindi tra analisi scientifica e percezione soggettiva. Le grandi tele ad olio sono dipinte in un curioso stile figurativo che ricorda l’ingenua dedizione delle immagini votive, e di primo acchito sono decisamente spiazzanti sia in riferimento alle sue opere passate, sia all’argomento trattato. L’uso intenzionale di una pittura semplice, che echeggia la tradizione popolare del paesaggio, per narrare storie misteriose mette in risalto l’ambiguità di rapporto tra verità, raffigurazione e percezione, affrontando la metà oscura di ognuno di noi, il bisogno di credere in un ‘altro da sé’ buono o cattivo, comunque imponderabile, astratto.
E indefinibile, come l’oggetto proposto nel bel video presentato da Pinksummer, Orizzonte assoluto dell’evento, interpretato dal noto attore Ivano Marescotti.
Racconta l’incontro tra un uomo e ‘qualcosa’ di invisibile. Il protagonista cammina deciso, rapido, per la sua strada, quando cozza violentemente contro l’oggetto.
Dapprima, assistiamo al suo stupore. Poi lo vediamo incuriosito interagire con la cosa invisibile, toccare, esplorare, conoscere, tentare perfino di spostarla. L’uomo trova a tastoni una maniglia. Tira una pesante porta – e l’interpretazione dell’attore è davvero efficace nel descrivere questo ‘nulla’ così violentemente presente – ed entra. Scompare. L’oggetto inesistente si fa con forza soggetto, ruba spazio e consistenza al visibile, al ‘vero’.
E qui, il film potrebbe prevedibilmente terminare. Ma la Galegati ci confonde ancora, perché l’uomo esce dal nulla – o rientra nel reale, ma qual è il reale? – e, come se appunto non fosse successo ‘niente’, riprende a camminare. Lasciandoci la sensazione di aver perso l’equilibrio e la speranza che l’artista, reduce tra l’altro dalla collettiva 8 Artisti, 8 Critici, 8 Stanze a Villa delle Rose a Bologna per Arte Fiera 2001 sviluppi e protegga la freschezza e il nitore della sua ricerca. Che, con la sua capacità di demistificare le verità acquisite con libertà ed ironia, continui ad indicare che il re è nudo.

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Valentina Caserta
Mostra vista il 10 aprile


“Stefania Galegati”, Galleria Pinksummer Via Lomellini 2/3. Tel. +39.010.2543762. info@pinksummer.com; www.pinksummer.com ; Orario: 16.30 – 19.30 dal martedì al sabato e su appuntamento. Ingresso gratuito. Dal 14 febbraio al 15 maggio.

[exibart]

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  • ho visto in Fiera il secondo quadro che sta qui nell'articolo e l'ho trovato molto particolare e stimolante.

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