-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Fino al 16 febbraio la Galleria Martini & Ronchetti presenta una bella personale di Franco Garelli, sculture in terracotta e ceramica realizzate nel ventennio tra il 1949 e la fine degli anni Sessanta.
Le opere raccontano un periodo fertile d’intense ricerche e cambiamenti, nel lungo percorso creativo dell’artista: a partire dalle prime opere d’ispirazione cubista, attraverso gli intensi studi sul vuoto e il pieno e le superfici, fino alle più recenti sculture in mostra, che preannunciano i tubi metallici di colori puri ai quali perviene Garelli negli ultimi anni della sua produzione artistica e che presenta alla Biennale di Venezia del 1966.
Franco Garelli, nato in provincia di Cuneo nel 1909 e scomparso nel 1973, è nel dopoguerra ad Albisola, nel Ponente Ligure: qui collabora con alcune manifatture locali, in particolare con le fornaci di Castellamonte.
L’artista sembra pervenire proprio nei suoi anni liguri agli esiti espressivi che definiscono il suo stile originale, inconfondibile, in sintonia con l’informale. Compone grandi totem e piccole statue in terracotta derivata da scarti di lavorazione, che si procura soprattutto in una fabbrica di stufe. Nei suoi lavori si riconoscono infatti frammenti di tubi e altri dettagli, manipolati, dipinti, accostati gli uni agli altri e mescolati con altre parti di terracotta modellata tanto che è assai difficile distinguere il momento in cui l’objet trouvé si fa materia greggia.
Garelli dedica particolare attenzione alla ricerca sulle superfici: smaltate, trattate ad ingobbio, a volte ancora rifinite con smalti a freddo o strane resine opache, le superfici sono importanti quanto le scansioni di pieni e vuoti, spartiscono lo spazio con ritmi tattili di curve lisce o angoli scabri, incattiviti da graffi e grumi, o percorrono la lucida freddezza dello smalto con fitte e nitide craquelure.
Ma soprattutto la ricerca di Franco Garelli, sia quando si tratta di affrontare la durezza rigorosa dei metalli in composizioni di asciutti rami perpendicolari sia quando l’approccio è più lieve e ludico con la morbida malleabilità della creta, è sempre costruita intorno al vuoto: l’artista scrive che il vuoto è attivo, che la scultura nasce da una vera emulsione tra pieno e vuoto. Così l’assenza di materia si fa protagonista, soprattutto nei grandi totem dei primi anni Sessanta, strutture meandriche e cave che sembrano appropriarsi di dimensioni successive dello spazio come frattali, dove lo sguardo si perde tra ineffabili chiaroscuri di materia quasi perdendo le proporzioni, come ad entrare nell’albero di Alice.
articoli correlati
Otto Hofmann
Ceramica ad Albisola
Ursula Von Rydingsvard
Genova – San Pietroburgo: Vrubel’, Kandinsky, Jawlensky
Arte contemporanea genovese e ligure dal 1950 ad oggi
Valentina Caserta
Galleria Martini & Ronchetti, Genova
Via Roma, 9
Orari: dal martedì al sabato dalle 16.00 alle 19.30, mattino su appuntamento.
Ingresso libero
Info: tel. 010 586962
e-mail: info@martini-ronchetti.com
www.martini-ronchetti.com
[exibart]