Doppia personale negli spazi di Andrea Ciani. La galleria presenta la mostra della giovane artista
Tamara Ferioli (Legnano, 1982; vive a Castano Primo, Milano), impegnata a ricostruire uno spazio intimo usando il disegno, la scultura e l’installazione. In vetrina, un cavallo a dondolo fatto di bustine di tè; nelle due salette della galleria: un salotto con due calici, una teca con piatti d’epoca frantumati e un mobile con corredo nuziale. Una serie di disegni intitolati
Riso, eseguiti appunto su carta di riso, illustra la vita di coppia secondo Ferioli, in preda a spasmi affezionati, alla paura di perdere la persona amata, in una riflessione sincera e sofferta circa la convivenza amorosa e l’impossibilità di ridurre a unità la coppia di amanti. L’uso essenziale della matita e la scabra rappresentazione della figura possono far pensare ai disegni di
Tracey Emin. Le teste dei personaggi sono avvolte da collage di capelli veri, che creano un effetto vorticoso e poetico. Il pezzo forte è la bambola deforme, afflosciata sulla scalinata, che fissa con il suo sguardo vitreo il visitatore. Un buon esempio di scultura molle, patetica e romantica, che richiama lavori di
Sarah Lucas, altra
young british artist che Ferioli sembra aver ben presente, dimostrando contiguità a un ambito di ricerca artistica che non si limita a trattare la donna come soggetto d’indagine o tema narrativo ma giunge fino a esporne una radicale, martoriata, sensibilità.
Più concettuale e ironico il
Progetto Atlantide di
Francesco Garbelli (Milano, 1962), presentato in anteprima nello spazio Labo: una grande teca luminosa posta lungo gli oscuri “caruggi” di Genova. Il luogo è appropriato per l’installazione di alcuni reperti provenienti dalla città sommersa: due sculture di sabbia e resina riproducono brani di mare cristallino che batte sulla sabbia, dove si arenano le monete di Atlantide disegnate dall’artista; e due disegni offrono scorci della città, composta da architetture celebri della modernità unite da tubi luminosi, disegnate tra colonne di bolle d’aria che salgono in superficie, pesci e piante acquatiche. Lo stile è quello ripreso dai fumetti e dai cartoon vintage dedicati alla vita sottomarina. Gli ambienti sono disabitati e illuminati, la loro vita è ordinata e razionale. Un viaggio in Atlantide narrato con l’ausilio di un diario di bordo ispirato ai romanzi fantastici dedicati al mare e da cui si evince una civiltà subacquea pacifica e ambientalista. Un progetto che riguarda il tema della città utopica, già presente nelle precedenti serie di lavori che Garbelli ha dedicato alla segnaletica stradale.