Se credete che un sogno debba per forza essere qualcosa d’incredibile o inesistente vi sbagliate; e se pensate che dare un’occhiata ai sogni di un’altra persona sia fantascienza, sbagliate ancora. Perché? Perché è esattamente quello che si propongono di mostrare gli scatti realizzati da Matteo Basilè (Roma, 1974). Partendo da soggetti scelti appositamente per l’occasione tra volti noti e non, l’artista romano presenta il tema del sogno in modo particolare, per non dire arguto, ponendosi un obbiettivo piuttosto interessante: quello di mostrare il lato onirico dei “suoi” personaggi. Il che, date queste premesse, può far sorgere una domanda tanto amletica quanto spontanea: se è facile, in fotografia, riprodurre la realtà tale e quale (bene o male ci può riuscire chiunque, anche se con risultati non sempre eccellenti) è veramente possibile rappresentare i sogni di altri? Sembrerebbe proprio di si.
Complice un’illuminazione non troppo violenta che asseconda alla perfezione la tematica, le fotografie di Basilè spiccano sulle pareti con quel fascino misterioso in grado di renderle ancor più intriganti, schierate a creare undici coppie (più un ritratto volutamente singolo) composte da un’immagine “onirica” in reciproca correlazione con una figura umana; un occhio al sogno e l’altro alla realtà, a creare un perfetto equilibrio dialettico tra soggettività mentale e oggettività corporea. Se evidentemente siamo anche quello che sogniamo, le persone fotografate da Basilè sembrano stare lì a ricordarlo: tante pose differenti, per tante personalità differenti, e altrettanti sogni differenti ad affiancarle. Il risultato finale ha il sapore di un’introspezione psicologica tutta giocata sul mostrare per approfondire, per conoscere e far conoscere, per mettere di fronte (in senso figurato, sia ben inteso) il personaggio al suo alter ego onirico. Tra abbinamenti che spiccano per presenza scenica (Remo Remotti e la Roma imperiale nella scenografia di Cinecittà), altri vagamente ermetici, un po’ stile rebus (un inquieto Alessandro Haber e il vaso di fiori disfatto con annessa pistola), o più facilmente intuibili (Nicola Piovani e il soffitto del teatro di corte della Reggia di Caserta), allo spettatore non resta che osservare e captare ogni soggetto tanto nella sua immagine fisica quanto in quella del relativo sogno, apprezzando simultaneamente le due facce di una stessa medaglia. Solo una piccola nota: indicazioni scritte non ce ne sono, quindi per qualunque (e inevitabile) delucidazione semmai si chiede.
Alla fine l’operazione messa in atto da Basilè porta a farsi una domanda: cosa parla di più per le persone ritratte, quello che sono nella realtà o l’immagine che le affianca e che di fatto le rappresenta? Chissà, forse realtà e sogni sono connessi più di quanto non si pensi.
andrea rossetti
mostra visitata il 19 maggio 2012
dal 18 maggio al 18 giugno 2012
Matteo Basilè – Landing
Guidi & Schoen
Vico Casana 31r (16123) Genova
Orario: lunedì ore 16 – 19; da martedì a sabato ore 10 – 12.30 / 16 – 19
Info: tel. +39 0102530557 – info@guidieschoen.it – www.guidieschoen.it