In oltre settanta anni di attività Francesco Messina si è affermato come uno tra i più autorevoli artisti dell’arte italiana del Novecento, insignito di numerosi riconoscimenti internazionali è autore di alcuni dei maggiori monumenti italiani del XX secolo: Santa Caterina da Siena a Castel Sant’Angelo, il Monumento a Pio XII nella Basilica di S. Pietro, il Cavallo morente della RAI, sono alcuni degli esempi.
Vincitore del Premio di Scultura alla Biennale del ’42, membro onorario dell’Accademia delle Belle Arti di Mosca nel 1988 e vincitore del premio De Gasperi per la scultura nel 1990, molte delle sue opere figurano nei più importanti musei del mondo: da Oslo a Buenos Aires, da Mosca a Tokio, moltissime sono le città che hanno ospitato o che tuttora ospitano, in mostre permanenti, le sue opere.
A sette anni dalla scomparsa del maestro, la Regione Liguria dedica, quale ideale conclusione delle manifestazioni per il centenario della sua nascita (1900-1995), una mostra antologica. La più grande organizzata finora poiché presenta un notevole arricchimento di opere, in gran parte inedite, realizzate negli anni della formazione artistica e culturale e della attività giovanile dello
Ancor giovanissimo, infatti, inizia la sua attività scultorea nelle botteghe artigiane che lavoravano per Staglieno, nello studio genovese di Giovanni Scanzi il ”mago della statuaria cimiteriale genovese” . La sua prima mostra risale al 1915 e da lì la collaborazione con la Società Promotrice delle Belle Arti di Genova. La maturazione culturale prende forma a contatto con eminenti intellettuali della Genova del tempo: Montale, Sbarbaro, Ceccardi, Grande, Quasimodo, con molti dei quali Messina stringe una lunga amicizia.
Due le sedi della rassegna: nella Stazione Marittima di Genova, a Ponte dei Mille, sono esposte le sculture, circa duecento opere realizzate in diversi materiali, bronzo, marmo, legno, terracotta, ceramica, gesso; mentre a Palazzo Ducale nelle sale di ”Liguria Spazio Aperto” sono esposti gli scritti dell’artista, i disegni e i penetranti ritratti.
Le opere in rassegna, provenienti da collezioni private e musei nazionali, seguono un percorso espositivo cronologico a partire dalla prima produzione degli anni Dieci e Venti, ovvero della stagione genovese. Di questo periodo sono Studio per un faro del 1916, il bronzo dell’Ofelia del 1923, i primi ritratti della moglie Bianca e della madre.
Il periodo milanese, dove egli si trasferì dal 1932, è rappresentato da opere di grande rilievo come i ritratti di Riccardo Bacchelli, Maria Rita Saltamerenda, Salvatore Quasimodo e dalla serie delle danzatrici che lo hanno reso celebre al grande pubblico. La stagione del dopoguerra è documentata con numerosi ritratti di amici artisti e intellettuali (Lucio Fontana, Arturo Tosi, Giovanni Papini, Indro Montanelli). A conclusione dell’esposizione le opere degli ultimi decenni, le figure femminili, le danzatrici e i celeberrimi cavalli.
La mostra dedicata al grande scultore ripercorre esaustivamente tutta la carriera artistica e viene studiata, per la prima volta in maniera complessiva, l’attività di Messina poeta grazie ad una attenta analisi studiando e ricreando l’ambiente culturale da cui il maestro aveva attinto la sua formazione. E’ stata inoltre realizzata una catalogazione delle opere dell’artista presenti sul territorio ligure.
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