Piccole lingue di fuoco artificiale si arrampicano alle pareti della stanza buia, sfavillano componendo forme che ricordano arbusti, spigolosi “cerchi” infuocati, dardi infiammati… o ciò che la fantasia di ognuno suggerisce. Come il grillo giapponese, che si regge sulle sue zampe/pedali prese a prestito da una bicicletta, e improvvisamente si illumina, risvegliandosi dall’indifferenza.
Del resto lo stupore accompagna da sempre Giovanni Albanese (Bari, 1955), scultore divenuto noto al grande pubblico per la sua attività di regista e per il suo autobiografico e poetico AAA Achille. Come un funambolo in perenne equilibrio tra il suo stato di adulto e la sua essenza di bambino, l’artista continua a giocare con gli oggetti che ritrova sul suo cammino. Il soldatino di piombo svetta sulle setole di un vecchio pennello da barba posto su di una piccola altalena, sassi e legni levigati dal mare costruiscono una torre apparentemente precaria, il robottino tizz leopizz ruota a cercare conferme, o a tenere tutto sotto controllo, con il suo caschetto e gli occhiali da saldatore montati sopra i malsicuri pattini a rotelle. Da molti paragonato a Pino Pascali, Albanese sembra più che altro ispirarsi al piccolo alter ego del film e alla sua espressività imbrigliata per molto tempo nella balbuzie, ma forse per questo arricchita di fantastiche combinazioni non verbali. Le stesse che lo hanno portato in età adulta a comunicare attraverso l’arte, nelle sue varie forme. Una rivincita sugli adulti schiacciati dal loro prendersi troppo sul serio e dalla loro presunzione di impartire ricette di sicuro successo nel rendere gli altri “idonei” alla vita.
L’artista si dimostra consapevole anche dell’esistenza di un filo sottile che separa l’arte dal nulla, ironizzandone con leggerezza nel film (in lavorazione) Senza arte, né parte, in cui un gruppo di operai si improvvisano falsari di arte contemporanea.
Con un curriculum artistico che inizia nel 1987 Albanese ha attraversato con la sua creatività i musei, i cinema, i teatri; vincitore del Giffoni film Festival per A.A.A Achille e del Premio Pascali per la sue opere illuminate, a chi gli ha chiesto cos’è l’arte ha risposto “ è mai come adesso un vero motivo di libertà, l’arte è libertà di pensiero”. Qualcuno lo pensa anche del gioco .
daniela mangini
mostra visitata il 15 dicembre 2004
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