07 maggio 2012

fino al 21.V.2012 Cartabianca_firenze Genova, Villa Croce

 
Villa Croce s'è desta. E pare proprio che faccia sul serio, presentando il terzo appuntamento del progetto che lascia spazio, anzi di più, Cartabianca, ad artisti contemporanei noti e meno noti -

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L’asse Genova – Firenze si attiva per portare interessanti proposte d’arte nella suggestiva Villa Croce, rediviva sede del contemporaneo all’ombra della lanterna e luogo d’elezione del progetto Cartabianca, che dopo le tappe di Bologna e Milano, si sposta ora a Firenze per presentare al pubblico tutta la brulicante vitalità artistica toscana e non solo (meglio non essere geograficamente riduttivi, soprattutto in questo caso). La mostra teoricamente si divide in tre direttrici che si attivano su tre percorsi di riflessione differenti (il paesaggio, l’altrove-fuga, l’esplorazione oltre i limiti), tuttavia formalmente non ci sono separazioni tematiche, non c’è il classico “percorso mostra” e forse proprio questo è il bello: l’aria di rinnovamento artistico e culturale a Villa Croce è notevole, e in tal senso la scelta di non porre paletti strettamente prefissati nell’allestimento è un punto a favore, magari dapprima un po’ spiazzante, ma sentirsi liberi di poter creare una propria fruizione non preconfezionata all’interno di un’istituzione museale non è cosa da poco. In Cartabianca il ruolo dello spettatore dev’essere necessariamente attivo, anche quando Francesco Carone unisce operazione concettuale e gesto “atletico” sbarrando le soglie d’ingresso al salone centrale con tutte edizioni a stampa (italiane) di Moby Dick. Per spostarsi da un ambiente all’altro? Semplice, si oltrepassano i libri con un salto. E una volta entrati nel salone c’è persino chi propone d’interagire: Enrico Vezzi ha utilizzato pennarelli (delebili) per disegnare architetture sui vetri delle finestre, lasciando agli avventori il compito di modificarle, aggiungere elementi, il tutto sullo sfondo, ovviamente non casuale, del parco di Villa Croce. Assodato allora che non è più un sacrilegio scrivere sui vetri di un museo, se si trovano scritte andate un po’ per la tangente, si sa, con il pennarello a disposizione l’occasione fa l’uomo ladro e la fantasia va al potere.

Altri verbi da abbinare a questa mostra? Osservare, ascoltare, capire: il video/audio di Michele Consani, mix tra Pasolini e “Il grande dittatore” di Chaplin, fa meditare sui danni della censura, la meridiana-specchio dello Studio ++ invece di misurare il tempo riflette l’ambiente circostante, il motorino “Ciao” modificato da Robert Pettena non passa inosservato, mentre per gli amanti dell’arte “composta” Eugenia Vanni propone un’opera in cornice: la stampa calcografica di un tagliere da cucina consumato dall’uso. Ma il soggetto, è assicurato, lo si capisce solo avvicinandosi bene.

Il progetto Cartabianca non si ferma davvero davanti a nulla e dimostra la sua pervasività occupando spazi insoliti, come i fondi della villa, dove sono proiettate l’interessante videoinstallazione in loop tratta dal film “Guerra e Pace” di Olga Pavlenko e la poetica vista mare dal garage di Giovanni Ozzola.

Il fermento creativo senza dubbio c’è, la sede anche: gli occhi sono già puntati verso il prossimo appuntamento, Roma.

andrea rossetti

mostra visitata il 27 aprile 2012

dal 21 aprile al 21 maggio

Cartabianca_firenze

a cura di Silvia Cini, Lorenzo Bruni, Daria Filardo, Pietro Gaglianò

Museo d’Arte Contemporanea “Villa Croce”

Via Jacopo Ruffini 3 – 16128 Genova

Orario: da martedì a venerdì 9 – 18.30; sabato e domenica 10 – 18.30

Ingresso libero

Info: tel. +39 010 580069 / 585772; museocroce@comune.genova.it; www.museidigenova.it

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