L’industria nautica, settore per clienti d’élite, e l’arte contemporanea, universo accessibile anche a chi una “barchetta” non se la può permettere. La prima, penserete voi, non ha certo grandi esigenze di merchandising, né pressanti vocazioni stylish, quelle che invece spesso la seconda – ad esempio in campi che vanno dall’abbigliamento al design funzionale – riesce a fronteggiare in scioltezza.
C’è però chi questa logica di pensiero l’ha sbaragliata già da qualche tempo, nella convinzione che la produzione nautica e quella artistico-contemporanea possano compenetrarsi e crescere di pari passo. È la Guidi, azienda fabbricatrice d’impiantistica per natanti, che anche per il 2014 non fa mancare la sua entrata a capofitto nel visuale contemporaneo, supportata dal “cavallo di battaglia” Jill Mathis (San Antonio, Texas; vive e lavora in Italia) e dalla new entry Marco Lodola (Dorno, 1955; vive e lavora a Pavia). Con l’occasione di “Lodola e Mathis. Nuovo mecenetismo: immaginare il futuro” riuscirete perciò a capire quanto viti, bulloni, tubi e pezzi di raccordo – tra l’altro oggetti che difficilmente vedrete al loro posto anche salendo in barca – possano entrare a far parte dell’immaginario artistico collettivo.
Una doppia personale curata da Ivan Quaroni, dove i due si dimostrano in sintonia forse più di quanto si possa pensare. Innanzitutto Mathis, la fotografa che secondo Quaroni «dà agli oggetti una dimensione scultorea»: così è, le sue immagini sono di un’immediatezza estetica incredibile, quasi dei trompe l’oeil tesi a riscrivere ogni particolare nella sua corretta volumetria. Bulimica la ricchezza di forme e textures, utile a creare altalenanti situazioni percettive, che vanno da un ammasso di piccole borchie ritratte a mo’ di perfetto accumulo in stile minimal, al moto instabile – più che bloccato potenzialmente ancora in divenire – di tubi sovrapposti studiati nella loro consistenza. Una descrizione di prodotto arbitraria e accurata fin nei minimi dettagli, sapida nei riverberi di luce su superfici assorbenti quanto nella brillantezza cromata di piccoli pomoli, quest’ultimi pronti a restituire l’immagine di Mathis all’azione come fosse un pattern.
Altra nota di valore la presenza sparsa di blu e rossi accesi, incursioni a vocazione pop tutt’altro che marginali se a spalleggiare il lavoro della fotografa texana è lo spirito indefessamente pop di Lodola. Potete amarlo o odiarlo, tanto l’artista della bassa padana rimane fedele a sé stesso, l’uomo che dall’innesto tra pop art e fauvismo ha fatto nascere un idioma visivo tutto suo, subito riconoscibile e adatto a tutte le età. Un creativo a garanzia di presa sul pubblico, specie quando il suo mondo scultoreo, plasticoso e colorato s’illumina di tubi led aggrovigliati, farcia – o più poeticamente anima – per un grosso involucro di perspex sagomato a forma di futuribile scafo. Surfin’ bird è cento per cento Lodola, simpatico e delizioso nei coloratissimi dettagli adesivi simili ai vecchi “trasferelli”, mentre raffreddano ogni velleità giocosa – e creano il giusto contrasto – i componenti cromati come il bocchettone del carburante, preso pari pari dalla produzione di serie. Operazione contemporanea e avveniristica per un Lodola qui particolarmente capace secondo Quaroni nel «dare realtà ad un’idea». E, aggiungiamo noi, piazzarci di fronte un futuro dinamico e colorato, che non guasta mai.
Andrea Rossetti
mostra visitata il 2 ottobre 2014
dal 2 al 22 ottobre 2014
Lodola e Mathis. Nuovo mecenetismo: immaginare il futuro
a cura di Ivan Quaroni
Galata Museo del Mare
Calata de mari 1 – (16126) Genova
Orari: tutti i giorni, ore 10 – 19.30