Protagonista è Roma, ma la sede è sempre lei, Genova. La città eterna va in trasferta a Villa Croce con una parte rappresentativa dei suoi artisti per il nuovo appuntamento di Cartabianca, un progetto in continua evoluzione che dimostra di avere sempre qualcosa d’interessante da dire. L’esposizione si rinnova, ma senza dimenticare il recente passato: le architetture di Vezzi sono ancora lì, sui vetri del salone, a ricordare la precedente tappa fiorentina e passare simbolicamente il testimone di questa staffetta d’arte. E Roma accoglie la “sfida” a modo suo, con la voglia di sovvertire i canoni istituzionali della “mostra d’arte contemporanea”, proponendo un’esposizione dove l’opera, intesa come elemento oggettuale, è messa da parte per lasciar emergere la pura e semplice ricerca artistica. Difatti la nuova Cartabianca vuole far leva su idee e progetti, puntando a presentare opere e lavori site-specific nati per realtà differenti e presentati in mostra con l’ausilio d’immagini stampate o video, supporti che non permettono alla location (in questo caso vero e proprio “contenitore” d’arte) d’interferire attivamente con l’esposizione. Insomma, uno spazio neutrale, in cui tutti gli artisti sono sullo stesso piano, il pavimento: immagini, schermi, tutto è direttamente poggiato in terra a formare tanti isolotti da guardare dall’alto in basso.
Appena entrati in questo “arcipelago” di idee e proposte, l’occhio cade sulle riflessioni di Andrea Martinucci, nove pensieri sul “sistema arte” (sparsi in giro anche nel formato mini da portare via) che innescano rapporti causa-effetto variabili, in cui l’affermazione (causa) è univoca, ma la riflessione conseguente (effetto) decisamente no. E girando tra fogli di carta, spicca la poetica realizzazione del telescopio di Gian Maria Tosatti, colpisce la meditazione sul rapporto via/scrittore di Matteo Nasini, incuriosisce la confusa (e lunga) traccia audio di Francesco Fonassi. Persino la street art è riuscita a varcare la soglia di un museo, con JB Rock, all’azione (in video ovviamente) mentre affigge le sue mega mani-poster sui muri capitolini.
Piano inferiore super animato, immediatamente accolti dal carillon (vagamente inquietante, e anche per questo seducente) di Angela Zurlo, opera site-specific in proiezione, affiancata dalla presenza di due lavori che dal vivo ne ripropongono i materiali utilizzati. Ma questa è solo la prima parte. Continuando ad addentrarsi nella semioscurità della sala, s’incontra una parete tutta riservata a Tomaso De Luca, e al suo particolare astrattismo fatto di macchie nere (cera su diapositiva) che giocano con l’arte contemporanea prendendola sarcasticamente in giro (e ogni tanto ci vuole); a suo fianco le sequenze video (con audio) di Michele Manfellotto: parlano di feste, scorci urbani e quant’altro, senza proporre enigmatiche visioni della realtà , solo pura e semplice vita vissuta (dall’artista). Tra tante proposte, dunque, e un’unica certezza: a Roma le idee non mancano proprio.
andrea rossetti
mostra visitata il 26 maggio 2012
dal 26 maggio al 26 giugno 2012
Cartabianca_Roma
a cura di Silvia Cini, Nero sguardo contemporaneo, Carla Subrizi
Museo d’Arte Contemporanea Villa Croce
Via Jacopo Ruffini 3 (16128) Genova
Orario: da martedì a venerdì 9 – 18.30, sabato e domenica 10 – 18.30
Ingresso libero
Info: tel. +39010580069 – museocroce@comune.genova.it – www.museidigenova.it