Il lungo viaggio di Genova 2004 celebra l’arte contemporanea dedicandole due grandi mostre a pochi passi l’una dall’altra. Se la città è invasa dalla contaminazioni di Arti e Architettura, il museo di Arte Contemporanea di Villa Croce ospita una riflessione sull’arte e la cultura genovese -ed i legami con l’arte internazionale- degli anni ’60 e ’70, esponendo 200 opere tra pittura, musica, grafica, fotografia e architettura e urbanistica.
La Colonna del viaggiatore di Arnaldo Pomodoro introduce alla sezione della mostra dedicato ai primi anni Sessanta ed ai felici quanto utopici incontri fra arte e industria. Grazie a questo binomio nascono eventi ed iniziative di grande respiro internazionale, come i lavori per la mostra di Spoleto Sculture nella città che coinvolsero più di 50 importanti scultori ad operare negli stabilimenti siderurgici genovesi. Artisti del calibro di Alexander Calder, Arnaldo Pomodoro, Pietro
Sempre in mostra oltre agli studi originali Colloquio col vento di Consagra ed il Teodelapio di Calder sono esposti anche i prodotti della comunicazione aziendale, grafica e arte applicata, come gli oggetti di Victor Vasarely o i cartelli antinfortunistici di Eugenio Carmi.
Genova è stata un vero e proprio laboratorio d’arte: le opere in rassegna al piano nobile del museo evocano la vicenda della costituzione del Museo Sperimentale di Arte Contemporanea di Eugenio Battisti, e propongono uno spaccato delle ricerche in corso del periodo: dallo Spazialismo di Lucio Fontana (emozionate la ricostruzione di un suo Ambiente Spaziale) alla Nuova Figurazione, dall’Astrazione alle ricerche gestaltiche fino al Nouveau Realisme con opere di Baj, Borella, Castellani, Del pezzo, Soto, Alviani, Mesciulaum, Rotella. Un’altra ricca sezione mette in luce che negli stessi anni la città fu punto di riferimento del movimento di scrittura visuale con le opere di Oberto, D’ottavi, Viveri, Mugnani, Isgrò. Non manca la sezione con opere ed artisti riconducibili all’Arte Povera, battezzata a Genova nel ’67 alla galleria La Bertesca da Germano Celant, e destinata ad occupare un posto di primo piano nella storia dell’arte del ‘900.
A concludere, una sezione consacrata ai linguaggi della grafica di comunicazione, dell’illustrazione e del fumetto. Compaiono fra gli altri i nomi di Luzzati, Costantini, Crepax, Pratt, Soloviev. E non manca uno spazio dedicato al cinema, al teatro e ad una selezione di programmi televisivi, tutti prodotti dalla sede regionale ligure della Rai negli anni ’70.
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