La rassegna testimonia le ricerche in campo pittorico dell’avanguardia ligure in 50 anni di storia, proponendo una sintesi dell’attività del museo a quindici anni dalla sua apertura.
Un percorso cronologico che inizia con l’esperienza neo-costruttivista del dopoguerra di artisti genovesi che aderiscono al MAC (Movimento Arte Concreta) e al MAC Espace, come Plinio Mesciulam e Giuseppe Allosia (vicino al Nuclearismo) e artisti come Rocco Borella e il Gruppo Tempo Tre (fondato da Attilio Carreri con Bargoni, Esposto, Guarneri, Stirone), che interpretano liberamente le ricerche ottico-percettive degli anni Sessanta.
Genova con Firenze, Bologna e Napoli, è anche uno dei centri di elaborazione della Poesia Visiva, autonomo contributo italiano alla Pop-art rappresentata nelle varianti “tecnologica” di Corrado D’Ottavi e “Concettuale “di Martino Oberto e Anna Oberto.
Fra gli anni Sessanta e Settanta il clima dell’Arte Povera coinvolge anche artisti non entrati a far parte del movimento, come Claudio Costa, Beppe Dellepiane e Luisella Carretta, che coltivano ricerche antropologiche in direzione antipittorica.
La crisi nazionale ed internazionale della pittura –si realizza nella forme più fredde e asettiche della Pittura Analitica di Zappettini o in quelle promosse dalla Nuova Pittura (Plinio Mesciulam, Mario Chianese, Raimondo Sirotti), alla sperimentazione da parte di Aurelio Caminati di figurazione iperrealista ispirata al modello americano.
Gli anni Ottanta sono segnati dal ritorno alla pittura, soprattutto con il citazionismo di Walter Di Giusto e l’iperdecorazione di Plinio Mesciulanum. Molto vicini al post-moderno gli scenari di cartone di Enzo Carioti, mentre Antonio Porcelli riveste oggetti quotidiani di coloratissime brillantine di vetro, in una sorta di neopop.
Il compito di documentare il carattere della ricerca di fine millennio è affidato ai giovani artisti che hanno vinto i Premi d’arte banditi dal Museo in questi anni.
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